Salviamo la Libreria Treves
All’ill.mo Signor
On. Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
Roma
Gentile signor Presidente,
siamo un gruppo di cittadini-lettori di libri che, conoscendo e apprezzando la ben nota Sua sensibilità verso la Città e in particolare verso la sua storia e la sua cultura – ancora vivo in ognuno di noi il suo autorevole intervento per salvare nei suoi locali storici la libreria Colonnese - , desideriamo informarla del pericolo che sta correndo la libreria Treves insediata a Napoli da oltre un secolo. Per fare questo siamo costretti a riassumerLe l’intera vicenda ringraziandoLa sin d’ora della Sua pazienza e del Suo interessamento.
Questa vicenda inizia nel 2004, quando i proprietari dei locali che ospitavano in fitto la libreria Treves di via Toledo avviarono una procedura di sfratto per finita locazione. Nel 2006, nonostante l’impegno e il sostegno prolungato di numerosi esponenti del mondo culturale e politico e di molti cittadini, compreso lo stesso sindaco Rosa Russo Iervolino, lo sfratto divenne esecutivo. A questo punto il Comune, per salvare la Treves, le offrì di occupare un paio di locali sotto i portici di San Francesco di Paola, in piazza del Plebiscito. Tali locali, in realtà, non sono di proprietà del Comune, ma appartengono al Fec (ministero degli Interni), che dal 1999 li aveva dati in affitto al Comune di Napoli.
Nell’assegnare alla Treves questi locali, il Comune non stipulò alcun contratto, ma fu redatto solo un verbale di accesso. La stipula fu rimandata al momento in cui anche tutti gli altri locali dell’emiciclo sarebbero stati assegnati tramite bando pubblico, allo scopo di riqualificare e di far rivivere piazza del Plebiscito e, nello specifico, il suo colonnato, sottraendo, specialmente quest’ultimo, a un degrado indegno di ogni comunità civile. Questo progetto di valorizzazione non è mai stato portato a compimento, nonostante che la libreria, dal settembre 2006, abbia ininterrottamente continuato a svolgere il ruolo affidatole di promoter culturale, organizzando numerosi eventi, a suo intero carico, di carattere culturale e artistico, ma senza, ovviamente, quel riscontro di pubblico e di critica che aveva da sempre riscosso la sede di via Toledo.
Dopo ripetuti solleciti verbali e numerosi articoli pubblicati sui quotidiani locali affinché il Comune tenesse fede ai suoi impegni, Rino De Martino, rappresentante legale della Treves, in un’intervista al giornale La Repubblica, edizione nazionale, comunicò l’intenzione di chiudere la libreria. All’indomani, a seguito di un’interpellanza in Consiglio Comunale, l’assessore alla Cultura Nicola Oddati, dichiarò alla stampa che non si poteva perdere questo pezzo di storia della città e che il Comune s’impegnava nuovamente a promuovere in ogni modo la valorizzazione della piazza e del colonnato o, in alternativa, a offrire alla Treves un trasferimento in propri locali nel Centro storico. Purtroppo, anche questo secondo progetto è svanito nel nulla.
Nel gennaio 2011, dopo quasi cinque anni, la Treves ricevette dalla Romeo Gestioni, una società privata che amministrava i beni immobiliari del Comune, una richiesta di stipula di contratto retroattivo e di pagamento di arretrati a partire dall’aprile 2006. Un contratto di fitto a pagamento? Perché se ne ricordano dopo cinque anni? Tra Rino De Martino e i vari rappresentanti del Comune, dal sindaco Rosa Russo Iervolino fino a Nicola Oddati, non si era mai parlato di pagamento. E per di più era il Comune a essere venuto meno per due volte ai propri impegni. Una richiesta insostenibile non solo nel merito, ma anche nel fatto per la mole di una locazione dal 2006 di 2.500 euro mensili. Sic!
Al rifiuto di De Martino di ottemperare a tale assurda pretesa - assurda anche per l’immenso divario fra l’affollata libreria Treves di via Toledo e la deserta di piazza Plebiscito, misurabile in termini di acquirenti e di incassi, da 100 a 1 -, il Comune ha citato in giudizio la Treves che si è vista costretta a difendersi in tribunale. Una prima udienza si è svolta il 20-2-2012 e il giudice ha rinviato ogni decisione. E ora siamo all’ultimo incomprensibile colpo di testa del Comune, il quale, senza attendere la sentenza della magistratura, ha richiesto a De Martino il rilascio dei locali della libreria e il pagamento degli arretrati.
Questi sono i fatti, egregio signor Presidente. Confidando in un Suo intervento al fine di scongiurare la chiusura della libreria, Le rinnoviamo le nostre più vive attestazioni di stima e di affetto.
Francesco Bellofatto Contatta l'autore della petizione
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