Appello contro i contributi scolastici
Nel corso degli ultimi anni in molte scuole italiane si sta consolidando la pratica del richiedere contributi scolastici.
Questi contributi nascono dai tagli ministeriali all'istruzione pubblica che minano la sopravvivenza delle scuole. Per questo riteniamo primi responsabili i governi che hanno attaccato il diritto allo studio in questi anni. Non è però accettabile che le scuole scarichino l'attacco verso il basso, cioè verso gli studenti e chi ne sostiene le spese.
A maggior ragione è inaccettabile che diverse scuole presentino i contributi, che per legge sono volontari, come obbligatori o minaccino discriminazioni nei confronti degli studenti che non li pagano. Si tratta di un'evidente negazione del diritto allo studio e di una aperta selezione di classe degli studenti.
Ciò è avvenuto all'I.t.s “L. Pacioli” di Crema, dove si stanno discriminando gli studenti non paganti i contributi (ammontanti all’elevata cifra di 160-190 euro) tramite: la disattivazione delle password scolastiche con la conseguenza che non possono più accedere alle mail dell’istituto (ciò comporta il non poter più ricevere compiti da parte dei docenti, una serie di circolari d’istituto, notizie riguardanti iniziative della scuola); l’impedimento a poter partecipare ai tirocini formativi e stage organizzati dalla scuola.
La lista dei servizi off-limits per gli studenti non paganti, se il preside manterrà la parola data in consiglio d’Istituto, è destinata ad allungarsi.
Inoltre si è verificato un attacco ai diritti democratici degli studenti. Infatti, prima della scadenza del pagamento dei contributi, è stata negata un'assemblea dei rappresentanti di classe richiesta dai rappresentanti d'istituto degli studenti per discutere del problema dei contributi; poi il preside ne ha convocata una uguale ma imponendo la presenza del Presidente del Consiglio d'Isituto e vietando quella dei rappresentanti degli studenti. A questa assemblea i rappresentanti di classe hanno deciso di non presentarsi per protestare contro l'atteggiamento autoritario.
Successivamente, sono girate voci sull'intenzione, da parte dell'amministrazione scolastica, di restringere le possibilità di riunione e di discussione per i rappresentanti degli studenti partecipanti al boicottaggio. La cosa certa è che dopo le voci sono state negate senza dar nessuna motivazione alcune assemblee di classe e monteore proprie a classi i cui rappresentanti avevano aderito al boicottaggio. Oltre a ciò per giugno è prevista una festa d’Istituto di raccolta fondi per un progetto in Tanzania, per la partecipazione a tale festa sarà data la precedenza alle classi i cui rappresentanti non hanno aderito al boicottaggio dell’assemblea del Preside, se poi ci sarà ancora posto si possono accomodare “i contestatori” se no dovranno restare in classe!
A fronte di tutto ciò:
-esprimiamo piena solidarietà agli studenti che non hanno pagato il contributo scolastico, al Pacioli di Crema come in tante altre scuole.
-ribadiamo che il contributo scolastico è una violazione del diritto allo studio e come tale deve essere annullato. Lo Stato deve farsi carico di finanziare adeguatamente l'istruzione pubblica. Le scuole non devono scaricare sugli studenti e sulle famiglie il peso degli attacchi all'istruzione ma devono imporre al ministero un aumento dei finanziamenti.
-pretendiamo che l'amministrazione scolastica del Pacioli ritiri i provvedimenti discriminatori nei confronti degli studenti che non hanno pagato il contributo. Segnaliamo che provvedimenti di questo genere sono peraltro espressamente vietato dalle ultime circolari ministeriali.
-pretendiamo allo stesso modo che non siano presi provvedimenti restrittivi delle libertà democratiche, di riunione, di assemblea degli studenti nell'istituto.
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