Sblocchiamo la nomina di Ninni Cutaia al T. di Roma
Tra le rare sicurezze che potevamo ritenere acquisite in un tempo a dir poco opaco, c’era quella che la nomina di Ninni Cutaia alla direzione del Teatro di Roma rappresentasse un passo significativo verso il rilancio della centralità artistica dello stabile capitolino nel paesaggio della scena nazionale. Di questa prospettiva di riapertura e di rinnovato dialogo con le forze artistiche presenti sul territorio, si intravedevano già i segnali nelle prime iniziative della direzione artistica e del nuovo consiglio di amministrazione.
Apprendiamo dunque con un certo sgomento dai giornali di oggi che un kafkiano “intoppo burocratico” rischierebbe addirittura di invalidare una nomina votata nel gennaio scorso all’unanimità dal nuovo CdA del teatro, salutata da un’ affollatissima conferenza stampa e sulla quale, fino a pochi giorni fa, nessuno aveva sollevato dubbi o eccezioni di legittimità, dal momento che tutti, ivi compresi gli scettici, l’avevano considerata un approdo logico del percorso di un manager che in precedenza aveva guidato il Mercadante di Napoli e l’Ente Teatrale Italiano.
Come qualunque altro abitante dei sobborghi del Castello, cioè come ogni altro cittadino della repubblica, non abbiamo sufficienti elementi per accedere alla comprensione dei misteri più alti della burocrazia ministeriale e abbiamo imparato a nostre spese che la logica e la burocrazia non sempre vanno d’accordo, soprattutto sul terreno dell’amministrazione dell’arte e della cultura. Ma una cosa la sappiamo per certa, poiché appartiene all’ordine in cui viviamo e lavoriamo: il blocco della nomina di Ninni Cutaia rischia fin d’ora di produrre effetti disastrosi su un paesaggio artistico come quello romano, già funestato da una continua erosione degli spazi di espressione. Non crediamo sia pretendere troppo, allora, invitare le autorità politiche ed amministrative competenti, locali e nazionali, a sbloccare con urgenza la situazione di stallo in cui versa una delle principali istituzioni culturali della città, restituendo Ninni Cutaia al posto al quale era stato designato: quello di direttore artistico del Teatro di Roma.
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