NO! All'aumento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici (CEM) in Italia
I tecnici, scienziati ed appassionati alla materia trovano diverse incongruenze tra l’ambiente filosofico/scientifico precedente al 2003 con quello successivo che vede una particolare accelerazione nei tempi post Covid-19.
Il riferimento trova uno spazio comune tra l’ambiente giuridico e quello scientifico con l’identificazione dell'“obiettivo di qualità” che nel 2000, all’interno della “Risoluzione di Salisburgo”, veniva individuato a 0,6 V/m. Per l’Italia erano presenti il prof. Livio Giuliani ed il prof. Fiorenzo Marinelli. Lo stesso obiettivo è stato raccomandato nella risoluzione parlamentare del Consiglio d’Europa n. 1815/11.
Sempre nel 2011 si gettavano le basi per agire in maniera diametralmente opposta con l’entrata in parlamento di un nuovo primo ministro: Mario Monti. Ebbene sì, con la legge 179/2012 art.14 comma 8 il limite al dispositivo mobile veniva portato da 6 V/m di picco a 6 V/m sulla media giornaliera spostando a 20 V/m il valore del picco*.
Risale al giugno 2020 all’interno del rapporto per il presidente del consiglio dei ministri “Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022”, capitolo 4.2 la proposta di “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei” (61 V/m di picco).
L’innalzamento dei limiti è un tema tutt’ora attuale visto che il 22 maggio 2023 nella bozza “Norma recante misure urgenti in materia di reti di comunicazione elettronica” si
legge l’intento di portare il limite a 30 V/m.
Questa petizione si pone come obbiettivo quello di testimoniare che chi aderisce SI OPPONE all'aumento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici senza possibilità negoziazione: I 6 V/m NON SI TOCCANO!
Davide Magri Zanolli Contatta l'autore della petizione