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Votiamo contro la guerra anche alle europee del 2024

2024-01-19 01:08:05

L'impegno delle femministe in azione per la pace è andato avanti rispetto all'appello lanciato quando ancora Antonia Sani, già presidente WILPF, era in vita. Antonia è passata nel mondo dei più il 12 novembre 2022 e ci è venuto a mancare il suo intelligente e appassionato contributo operativo, mentre quello spirituale speriamo continui nel lavoro che si sta portando avanti nel solco dei suoi ideali.

Antonella Nappi, che ha usufruito della sua collaborazione nella stesura dell'appello "Vogliamo votare contro la guerra",  ne ha riproposto i concetti alla base in due recenti conferenze stampa, registrate da Radio Radicale, ed ora si accinge ad intervenire in una terza conferenza stampa indetta per il 25 gennaio 2024. 

Questa volta il voto non riguarda le elezioni politiche del 2022 ma le elezioni europee che si terranno nel giugno del 2024.

Ecco la lettera che interpella le forze politiche perchè mettano al centro della loro propaganda elettorale in queste europee il tema della PACE DISARMATA.

Cara/o promotrice/promotore della lista che sta per presentarsi alle imminenti elezioni per il Parlamento europeo

siamo i Disarmisti esigenti, progetto membro ICAN (Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace 2017); e, per il tramite della Lega obiettori di Coscienza, membri WAR RESISTERS’ INTERNATIONAL, un movimento internazionale nato nel 1921 con il principio: “la guerra è un crimine contro l'umanità. Io sono quindi determinato a non sostenere nessun tipo di guerra, e per battermi per la rimozione di ogni causa di guerra”.

Tra pochi mesi, nel giugno 2024, saremo chiamati, da cittadini italiani/europei, alle urne per quelle che, con oltre 400 milioni di aventi diritto al voto, dopo quelle indiane, sono le seconde elezioni democratiche più importanti al mondo. Viviamo un momento che, con Giorgio La Pira, il Sindaco “santo” di Firenze, potremmo definire “un crinale apocalittico della Storia”: abbiamo da assicurarci che la speranza della pace disarmata, fuoriuscendo dalle guerre in corso, sia al centro del futuro del mondo e che gli europei, istituzioni, Stati e società civile, possano contribuire a vivificarla e concretizzarla.

In qualità di nonviolenti “storici”, espressione di organizzazioni addirittura centenarie nello sperimentare il cammino della forza dell’unione popolare alla ricerca di libertà e giustizia, vi chiediamo di includere un forte carattere pacifista e disarmista – contro il sistema di guerra! -  nei vostri programmi politici e nelle vostre campagne elettorali; ed anche di condividere la nostra chiamata all’azione sulle proposte e campagne che vi esporremo più in dettaglio nel documento sotto riportato.

Su di esse – sette campagne, selezionate tra quelle che rispondono al criterio del consenso maggioritario nel popolo italiano! - gli estensori individuali della presente sono promotori e protagonisti per il tramite delle organizzazioni pacifiste di cui sono esponenti attivi e vi avanzano – onde poterle meglio illustrare - richiesta di incontro vis a vis nei vostri uffici, ovviamente il più presto possibile, prima che la inevitabile frenesia dei comizi travolga tutti i candidati. 

La premessa è che l’Europa per la quale ci battiamo deve (e si tratta di obiettivi che hanno una loro plausibilità e fattibilità):1) Denuclearizzare nel senso militare e nel senso civile: sono due aspetti inestricabilmente intrecciati.2) Convertire le spese militari in investimenti sociali (beni comuni e pubblici, welfare, redditi e occupazione) e per la conversione ecologica.3) Predisporre un modello di difesa che attui il transarmo progressivo verso la resistenza nonviolenta quale capacità di opporsi all’ingiustizia con mezzi costruttivi, basati sulla forza dell’unione popolare. 

Le sette campagne sono:1)    “No armi no aiuti militari” ai belligeranti sul terreno della guerra Ucraina. No a sanzioni contro la Russia distruttive e oltretutto autodistruttive. 2)    Proposta di un Comitato per liberare Marwan Barghouti. Dall’una e dall’altra parte della barricata occorrono leader che perlomeno riconoscano il diritto ad esistere e ad autodeterminarsi dell’altro popolo. 3)    Un cessate il fuoco immediato e l’avvio contestuale di negoziati senza condizioni in Ucraina, pensando all'OCSE come sede internazionale competente da coinvolgere (con protagonismo delle donne come propone la WILPF in attuazione della risoluzione ONU 1325). 4)    No all’aumento delle spese per la difesa (da tagliare subito di un terzo in conformità con la difesa difensiva costituzionale), obiezione di coscienza alle spese militari per l'adozione dell'opzione fiscale in favore della difesa nonviolenta, no all'attacco in corso alla legge 185/1990 per il controllo del commercio delle armi. Corpo civile di pace europeo sulla base dell'idea originaria di Alex Langer. 5)    Object war. Sostegno al diritto alla obiezione di coscienza, alle obiezioni di coscienza e al rifiutarsi di combattere ovunque nel mondo.  6)    Denuclearizzazione militare e civile. Contrasto dell’inquinamento da attività militare da inserire negli accordi di Parigi sul clima. 7)    Cultura della pace nelle scuole e nelle Università contro la militarizzazione in atto della stessa formazione.      

Questi sette punti li riteniamo fondamentali se si intende aprire un dialogo tra “popolo della pace” (le avanguardie “calde”) e “popolo” tout court (le moltitudini “tiepide”, che occorre risvegliare e riscaldare nella partecipazione, anche nella partecipazione elettorale). Proponiamo anche che,  da politica/o responsabile interessato alla pace, tu intervenga alla conferenza stampa che abbiamo indetto giovedì 25 gennaio a Roma, presso il CESV di via Liberiana, 17, dalle ore 11:00 alle ore 12:30.

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Il punto 3 è sviluppato con maggiori dettagli nel testo del documento allegato alla lettera di invito alla conferenza stampa:

I sondaggi ci dicono che la gente vuole un cessate il fuoco e l’avvio contestuale di negoziati senza condizioni in Ucraina. Possiamo sostenere l'idea della WILPF (Lega delle donne per la Pace e la Libertà) che, in attuazione della risoluzione Cds ONU 1325, propone un percorso di pace pensando all'OCSE come sede internazionale competente da coinvolgere.    Nell'approccio della WILPF sono da richiamare alcuni punti chiave: Rafforzare il ruolo delle donne: Le donne attiviste svolgono un ruolo importante nell’assistenza umanitaria sul campo, ma le loro voci sono state in gran parte escluse dal processo di pace formale. De-escalation e disarmo: WILPF sta lavorando con le attiviste ucraine per richiedere un’azione da parte della comunità internazionale. Chiedono a tutti i coinvolti di de-escalare immediatamente e cercare soluzioni centrata sulle persone per la pace. Affrontare le cause profonde: Hanno esortato il Consiglio di Sicurezza a affrontare le cause profonde della grave minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali. Una conferenza delle organizzazioni pacifiste e delle personalità culturali e politiche potrebbe stipulare un trattato di pace dal basso a modello di quello che sarebbe da adottare dalla diplomazia ufficiale degli stati. 

Un resoconto di Heidi Meinzolt, tra le responsabili europee della WILPF, pubblicato sul sito comune-info, mette in rilievo i tanti temi affrontati dalle pacifiste femministe alla Conferenza per la pace a Vienna del 10-11 giugno 2023: «Le “voci di pace” esistono ancora, benché sommesse e screditate… La pace da una prospettiva femminista si basa su un’analisi delle cause profonde della guerra e della violenza… Non ci consideriamo pacifiste in un vicolo cieco… Il nostro programma rimane l’impegno unificante contro il militarismo, il patriarcato e il capitalismo…»

     


Antonella Nappi



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