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LA BUONA NOVELLA DI GINEVRA RACCONTATA E DIFFUSA DA PALERMO

2016-09-14 18:48:57

LA PIU' IMPORTANTE CONQUISTA DEL PACIFISMO NEL DOPOGUERRA E' IN DIRITTURA D'ARRIVO LANCIATA DAL GRUPPO DI LAVORO ONU DI GINEVRA SUL DISARMO NUCLEARE
LA BUONA NOVELLA RACCONTATA E DIFFUSA DA PALERMO (23 settembre)

Gli Stati non nucleari hanno lanciato il cuore oltre l'ostacolo ed il 19 agosto hanno deciso che, essendo maggioranza, l'ONU dovrà, con un Trattato, persino con le potenze nucleari in disaccordo, dichiarare fuori legge le armi nucleari, così come ha già fatto con le armi chimiche e biologiche.
Il Trattato aprirà la strada a negoziati per una Convenzione che elimini effettivamente gli ordigni atomici: si può bene capire che negoziare per distruggere armi dichiarate "criminali" è ben altra cosa che farlo per armi “legalizzate” dal TNP, anche se in via provvisoria!
(Per approfondire l’argomento si veda l’articolo di Luigi Mosca apparso sul sito di “Massa Critica” http://www.massacritica.eu//?s=luigi+Mosca&x=7&y=6)
La “buona novella” per la sopravvivenza di tutta l’Umanità sarà annunciata in Italia durante il convegno del 23 settembre a Palermo nel quale i nonviolenti avanzeranno le loro proposte su "Pace, difesa e sicurezza nel Mediterraneo".
(Vai su: https://propostanonviolenta.wordpress.com).
Considerato che la grande stampa non ha dedicato ad essa - la buona novella della messa al bando giuridica delle armi nucleari - un rigo, a nostro avviso, vale la pena seguire il convegno non foss'altro che per questo motivo.
Ma la discusione si impegnerà anche ad avanzare nuove proposte sulla difesa nonviolenta, che, per quanto riguarda in particolare ambasciate di pace e corpi civili di pace - e per quanto ci riguarda - non nascono da semplici sogni accademici, o dalla progettazione “pacifista” sul servizio civile, ma dalle rischiose ed esemplari esperienze della Casa per la Pace a Bagdad (1990-1991) e dall’Ambasciata di Pace a Pristina (1995-1997), eredi della Resistenza nonviolenta di Comiso.
La proposta nonviolenta per la sicurezza nel Mediterraneo è basata sulla cooperazione per la conversione energetica ed ecologica; per la difesa è basata sulla forza dell'unione popolare, che ricerca la pace per la via della pace.


ESIGIAMO!

L'Italia si schieri con il fronte antinucleare a Ginevra - Lettera aperta ai parlamentari - 28 aprile 2016

2016-04-28 12:29:51

GENTILI DEPUTATE E DEPUTATI, SENATRICI E SENATORI   LETTERA APERTA  28 APRILE 2016

L'Italia si schieri con il fronte antinucleare a Ginevra (OEWG dell'ONU) e coerentemente rimuova tutte le armi nucleari dal proprio territorio  

L’Italia si prepara ad accogliere nelle basi di Ghedi ed Aviano le nuove, costose bombe atomiche statunitensi B-61-12, per quello che se ne sa una 70ina, in sostituzione delle attuali B-61, bombe che saranno montate sui caccia-bombardieri F35 in via di acquisizione. Esse, teleguidate e non semplicemente a gravità, hanno capacità anti-bunker che abbassano la soglia dell’uso nucleare, cioè sono adatte ai piani NATO per il cosiddetto “first-use”, dottrina mai abbandonata contro il “nemico russo” di sempre, applicazione del concetto strategico di “guerra nucleare limitata”. Allo stesso modo gli F-35 erediteranno le funzioni che attualmente assolvono i Tornado nella “condivisione nucleare NATO”, che coinvolge anche Germania, Belgio, Olanda e Turchia. Né va ignorato il via-vai mediterraneo di navi e sommergibili USA, che possono – “non confermate né smentite”, secondo la formula ufficiale -trasportare armi nucleari, negli 11 porti italiani ufficialmente “nucleari”. Mentre nel mondo gli Stati non nucleari a Ginevra, con l’Open Ended Working Group dell’ONU (la seconda sessione si concluderà il 13 maggio pv), forzando la “gabbia” del Trattato di Non Proliferazione, pongono finalmente sul tappeto delle decisioni internazionali urgenti un Trattato per l’interdizione delle armi nucleari, AUSPICHIAMO che l’Italia, Paese dalla Costituzione identitariamente “pacifista”, contribuisca da subito al disarmo nucleare mondiale. Questo significa impegnare il nostro governo: 1)  a sganciarsi dalla subalternità nei confronti delle potenze nucleari e a schierarsi con gli Stati – già la maggioranza dei membri ONU!- che hanno sottoscritto l’Impegno Umanitario e che hanno, per così dire, su proposta del Messico, “strappato” l’OEWG all’ultima Assemblea generale (dicembre 2015); 2)  a rimuovere unilateralmente dal nostro territorio, quale primo passo nella direzione giusta della denuclearizzazione generale e globale, qualsiasi arma nucleare e a non consentirne su di esso il trasporto o qualsiasi altra attività connessa. E', tra l'altro, quanto a suo tempo chiese la proposta di legge di iniziativa popolare n.172 del 26.7.2007  "Per un futuro senza atomiche" che raccolse più di 67.000 firme e fu consegnata alla presidenza della Camera il 27 marzo 2008 (finendo poi per giacere nei cassetti).     Dobbiamo comprendere che qualsiasi forza di dissuasione è in realtà una illusione mortale (suicidaria!), dato che la guerra nucleare può essere scatenata persino "per incidente, per caso o per errore"; e che possedere ed ospitare armi nucleari costituisce oggi un fattore potente di riarmo e di proliferazione. Secondo gli scienziati atomici non abbiamo tempo da perdere, ci troviamo oggi a 3 minuti dalla Mezzanotte nucleare, e dobbiamo essere consapevoli che siamo – tutta l’Umanità – per la quale il disarmo nucleare deve diventare un “diritto” – sulla stessa barca! Il parlamento italiano – è la richiesta che vi rivolgiamo – deve discutere ed emanare – in vista della sessione di maggio a Ginevra - degli atti di indirizzo in questo senso per il governo e la sua diplomazia più univocamente espliciti di quelli finora approvati. La stessa UE, che ha a capo della PESC Federica Mogherini, deve essere investita della problematica antinucleare senza mezzi termini, anche perché è dovere di tutti gli italiani ad ogni livello dare esecuzione in tutte le sedi al voto popolare contro il rischio “atomico”, espressosi nel referendum del giugno 2011.  

I nostri auguri di buon lavoro,  

ALEX ZANOTELLI – Alfonso Navarra – Antonia Sani – Luigi Mosca – Giovanna Pagani – Ennio La Malfa – Giuseppe Bruzzone – Laura Tussi – Fabrizio Cracolici – Mario Agostinelli –  28 aprile 2016   Altre firme su: www.petizioni24.com/esigiamo   Per info da parte dei "DISARMISTI ESIGENTI": ALEX ZANOTELLI Alfonso Navarra cell. 340-0878893           Email alfiononuke@gmail.com Antonia Sani- WILPF-Italia- cell. 349-7865685       Email antonia.sani@alice.it 


ESIGIAMO!

LA COP 21 DI PARIGI : BILANCIO E PROSPETTIVE DEI « DISARMISTI ESIGENTI »

2016-02-09 18:25:34

LA COP 21 DI PARIGI : BILANCIO E PROSPETTIVE DEI « DISARMISTI ESIGENTI »

PROGETTO DI « DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UMANITA’» : ANCHE NOI VOGLIAMO E DOBBIAMO CONTRIBUIRVI

VERSO GINEVRA (ONU) NEL 2016: ESIGIAMO IL BANDO DEGLI ORDIGNI NUCLEARI !

Alfonso Navarra

(Comunicazione del 23 dicembre 2015)

Antinucleari a Parigi in missione per il "diritto" al disarmo nucleare. La nostra delegazione di "disarmisti esigenti" (in particolare Mario Agostinelli ed Heidi Meinzolt ed altre attiviste WILPF – Anna Lisa Milani, Anita Fisicaro - all’inizio, Luigi Mosca e Alfonso Navarra, presenti nella fase finale) ha partecipato ai lavori della COP 21 di Parigi – la Conferenza ONU sul clima che si è svolta dal 30 novembre al 12 dicembre 2015. Avevamo un compito preciso, rafforzato dal voto della Camera dei deputati del 26 settembre 2015, che ha approvato una mozione di Sinistra Italiana, primo firmatario Filiberto Zaratti, anche ispirata da noi: riuscire a far emendare, includendo il riferimento alla guerra nucleare, la "Carta dei diritti dell’Umanità" che si presumeva che il presidente francese François Hollande avrebbe lanciato dalla conferenza stessa.

(Nota bene. La documentazione relativa alla giornata di discussione alla Camera: "COP21 La sfida che non si può perdere – L’Italia e l’Europa verso la Conferenza di Parigi", è rinvenibile alla URL:

Qui si possono trovare le comunicazioni del Governo a partire da pag. 1 e la discussione relativa alle risoluzioni presentate. A pag. 50 si legge: "La Camera approva con 159 si’ e 74 no". Ciò riguarda la risoluzione di nostro interesse che è la 6-00178, riformulata ben due volte nel corso di seduta, e se ne puo’ trovare il testo integrale nell'allegato A del quale si riporta qui sotto il link:

Si deve andare alle pag. 41 per il primo testo e pag. 46 per il testo modificato).

 

Già comunque, prima di partire, avevamo valutato la non attendibilità di Hollande quale interlocutore disponibile ad ascoltare e recepire la nostra proposta, causa una politica della Francia fortemente pro-nucleare, nel campo militare ma anche nel campo civile, sottolineata da questo Paese in tutte le sedi internazionali. Per questo abbiamo richiesto via mail un incontro con il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon, possibilmente ma non necessariamente nei giorni della COP 21, pensando ad un suo possibile appoggio – fondato sulle sue prese di posizione – ad una risoluzione delle Nazioni Unite relativa ad una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Umanità. Dovremo ora scrivergli in modo più formale e darci da fare per riuscire ad ottenere un appuntamento.

A Parigi è però successo che Hollande non ha lanciato, come in precedenza aveva annunciato, la sua "Carta" prendendosi invece il tempo di proporla come risoluzione dell'ONU: ed ora non ci interessa stare ad arzigogolare sui motivi di questo suo tentennare (si visiti il sito: ). Ragion per cui – questo è l’essenziale dal nostro punto di vista "tattico" - non abbiamo avuto l’appiglio di base a cui agganciarci per inserire il nostro discorso sul nucleare. Né abbiamo potuto contare su una altra sponda possibile da parte del governo italiano che, nella sua attività durante la COP di Parigi, ha bellamente ignorato le sollecitazioni antinucleari che gli provenivano dalla mozione di Sinistra Italiana. Il governo italiano ha seguito la COP di Parigi – nella blindatissima "zona blu" di Le Bourget - con il ministro dell’ambiente Paolo Galletti (dopo una breve comparsa del premier Matteo Renzi); il quale, con l’aiuto dei suoi "sherpa", ha negoziato, per quanto ne sappiamo, riferendosi solo ad una problematica di ambientalismo ristretto, compartimentato e riduttivo.

Galletti si è unito al coro del trionfalismo generale rispetto all’accordo venuto fuori dal meeting di Parigi: e lo leggiamo sul sito ufficiale del suo Ministero, nel contesto delle sue scontate vanterie sull’impegno ed i risultati dell’Italia ():

"Considero una grande vittoria italiana ed europea la decisione che vincola tutte le nazioni del pianeta a darsi l'obiettivo di contenimento entro 1,5 gradi centigradi del riscaldamento globale".

In realtà a Parigi, per la precisione, è venuta fuori questa formulazione, nell’art 2 dell’accordo:

"(la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico è da rafforzare) attraverso il contenimento dell’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2° Celsius rispetto ai livelli pre-industriali ed il proseguimento degli sforzi per limitare l'aumento della temperatura di 1,5° Celsius rispetto ai livelli pre-industriali".

L’obiettivo dei tagli fisici di CO2, va chiarito, non è affatto vincolante (entro il 2030 dovrebbero essere emesse, per stare in sicurezza, non più di 40 miliardi di tonnellate, mentre con i trend attuali si arriverebbe a 70 miliardi) proprio per permettere agli Stati Uniti di sottoscrivere l’accordo bypassando l’opposizione della maggioranza repubblicana al Congresso USA. Ma il nostro scopo, al momento, non è di esaminare il tasso di fumosità dell’accordo di Parigi in rapporto al suo reale contenuto in arrosto.

Ci interessa di più rimarcare che nel testo finale la parola "nucleare" non la si trovi nemmeno con il lanternino: il che significa, prendendo il lato positivo della faccenda, che, valutandone l’impopolarità pubblica, non si è tentato di rendere palese la proposta del nucleare civile come contributo di soluzione dell’emergenza climatica. La lobby nucleare, che ha sponsorizzato la COP 21 investendo in essa milioni di euro (in particolare EDF ed Areva, vale a dire l’equivalente di ENEL e Ansaldo-Finmeccanica in Francia), si è fatta sentire più attraverso le iniziative collaterali come ad es. il grande Forum sull’innovazione tecnologica, cioè l’adunata dei grandi manager di Stato e delle multinazionali energetiche, che si è tenuto addirittura all’interno dello Stadio di calcio di Parigi!

Per questo risultato – non si cita il nucleare tra le energie "pulite" - dobbiamo registrare il successo della pressione della Rete "Sortir du Nucléaire" e di altre ONG e organizzazioni di base; pressione che si è espressa con la "disobbedienza civile" al divieto di manifestare durante lo stato di emergenza ottusamente decretato dal governo francese dopo gli attentati terroristici del 13 novembre scorso. Difatti abbiamo visto una iniziativa di catena umana (la "red line" per la giustizia climatica, promossa anche da ATTAC, 350.org, Confédération Paysanne, ed altre 130 organizzazioni di base) programmata per – relativamente – pochi, trasformarsi, il 12 dicembre 2015, a dispetto della mancata autorizzazione, in un corteo di massa con decine di migliaia di persone "ecopacifiste" marcianti festosamente dall’Arco di Trionfo verso la Tour Eiffel.

Sortir du Nucléaire dopo la manifestazione del 13 dicembre ha emesso il seguente comunicato: "Di fronte alla lobby nuclearista, noi proseguiamo la nostra mobilitazione contro questa tecnologia mortifera, che ci funesta da 70 anni, riaffermando che non può rappresentare una soluzione al riscaldamento climatico. Al posto di svoltare verso una vera transizione energetica e climatica, la Francia prolungherà la vita delle sue vecchie centrali e costruirà nuovi EPR. Noi continueremo a denunciare questa scelta criminale".

Sarebbe il caso – a nostro parere – di adottare una prospettiva di mobilitazione più europea ed europeista (c’è sul tappeto la proposta di Energia Felice del Network antinucleare europeo); e di rendere più chiaro ed esplicito l’impegno di lotta anche e soprattutto contro il nucleare militare, che nel 2016 ci aspetta con scadenze sicuramente importanti.

Per cominciare, il tema dei "diritti dell’Umanità" e del "diritto al disarmo nucleare" quale precondizione del "diritto alla pace", non si vede perché non debba essere portato avanti da noi, disarmisti esigenti e gente di buona volontà, con una impostazione più coerente e credibile rispetto a quella concepita dagli intellettuali francesi pro-nucleare.

L’asse italo-francese costruito al Seminario di Villarfocchiardo (25-26 settembre 2015) potrebbe attivarsi per redigere una "Dichiarazione dei diritti dell’Umanità" che sia in grado di focalizzare per bene la gerarchia delle minacce che gravano sulla testa di tutti: nell’ordine, la minaccia della guerra nucleare, che può compiere un ecocidio in pochi minuti anche, disgraziatamente, nello stesso momento in cui qualcuno sta leggendo queste righe; la minaccia del riscaldamento climatico, cui occorrono 100 anni per estinguere, in una prolungata agonia, la nostra specie; la minaccia della diseguaglianza sociale, alla base di sofferenze (anche con esito mortale), miserie e guerre che subiamo da secoli (millenni!) e potremmo continuare a subire per altrettanti secoli (con il rischio che faccia cortocircuito con le minacce militari ed ecologiche sopra richiamate).

Potremmo anche coinvolgere, se ci stanno, i ragazzi ed i docenti del MUN-Milano, in questo lavoro di redazione della Dichiarazione, che dovrebbe dare un coronamento alla cultura della Pace del XXI secolo, assumendone i 4 pilastri individuabili: 1) internazionale dell’Umanità 2) ammissione della comune figliolanza dalla Madre Terra e quindi responsabilità comune verso l’equilibrio ecosistemico cui apparteniamo; 3) eguaglianza di diritti nella società del diritto (nel riconoscimento delle differenze a partire dalla differenza di genere); 4) nonviolenza.

Dovremmo puntare ad un qualcosa che esprima la nuova identità delle cittadine e cittadini del mondo ed aspiri ad una dimensione storica come base per un patto sociale di lunga durata, cui conformare il diritto internazionale e le sue istituzioni.

Questo percorso culturale parallelo potrebbe rafforzare ed accompagnare l’impegno che ci attende nel 2016 (e negli anni seguenti) rispetto a quanto seminato con l’Iniziativa Umanitaria - capofila l'Austria - per il disarmo nucleare (siamo arrivati ai 139 Stati aderenti) e alla necessità che sbocchi quanto prima nel coraggio di chi comincerà a partire subito, senza aspettare tutti gli altri, con un Trattato per l’abolizione delle armi nucleari.

E’ una necessità che dovremo sollecitare nell’Open-Ended Working Group (OEWG) dell’ONU sul disarmo nucleare, stabilito con 135 voti favorevoli, 12 contrari e 33 astensioni, nell'ultima sessione dell’Assemblea Generale tenutasi a New York da settembre a novembre, (quella in cui abbiamo avuto la sorpresa della proposta, forse demagogica, ma comunque importante, del Giappone per l'abolizione delle armi nucleari), che aprirà i suoi lavori a Ginevra all'inizio del 2016. E' positivo il fatto che questo gruppo di lavoro non abbia adottato il principio dell'unanimità e quindi forse avrà più spazio per procedere nel senso del "pledge" di colmare il gap giuridico che caratterizza le armi nucleari rispetto alle altre armi di distruzione di massa proibite.

Il calendario delle sessioni di Ginevra, per quello che abbiamo potuto capire, è il seguente:

Prima parte: 25 gennaio – 1 aprile 2016

Seconda parte: 16 maggio – 1 luglio 2016

Terza parte: 2 agosto – 16 settembre 2016

Possiamo affermare con fondati presupposti che il bando delle armi nucleari è ormai un tema all’ordine del giorno, fa parte dell’agenda "calda" dei negoziati internazionali, potrebbe essere a portata di mano: il nostro approccio culturale sul "diritto al disarmo nucleare" (perché non si può mettere a rischio la sopravvivenza dell'umanità) può, crediamo, contribuire a che la pressione per la proibizione, e l'eliminazione, degli ordigni nucleari, da parte di ICAN, WILPF, di IPPNW, IALANA e di altre organizzazioni della società civile internazionale, risulti più chiara, decisa ed efficace.

E' un disarmo che abbiamo non solo da "richiedere" ma propriamente da "rivendicare" (ESIGERE!), tanto più se siamo riusciti a togliere culturalmente, con una presa d'atto di buon senso dei veri pericoli che corriamo, e con una individuazione del soggetto reale (l'Umanità) cui va riconosciuta la sovranità globale, ogni tipo di giustificazione, anche temporanea (vedi TNP), alla tragica illusione della "deterrenza".

Ci conforta, in questo senso, la buona notizia del voto del Parlamento dell’Ecuador, che il 15 dicembre 2015, con la consulenza dell’ICAN, ha approvato l’orientamento per la messa al bando delle armi nucleari auspicando, nella sua mozione, che "il gruppo di lavoro aperto (per il disarmo di Ginevra -ndr) giunga a conclusioni che portino ad aprire negoziati su un trattato per la proibizione ed eliminazione delle armi nucleari".

L’America Latina, dobbiamo prenderne atto, è proprio all’avanguardia degli sforzi mondiali per arrivare a un trattato di proibizione delle armi nucleari: ma noi siamo qui a spingere perché anche dalla "vecchia" Europa, ed in particolare dall’Italia, l’anno che verrà porti con sé la decisione di andare avanti con passi da gigante verso il Trattato che – non è retorica sostenerlo! - impedirà all’Umanità di suicidarsi. Buon Anno 2016, verso il disarmo nucleare subito, a tutte e tutti noi!

 


ESIGIAMO!

Il seminario di Villarfocchiardo sul diritto al disarmo nucleare - 25 e 26 settembre 2015

2015-09-30 17:36:54

"Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera?" di Alfonso Navarra

Un convegno a Villarfocchiardo per il diritto all'esistenza dell'umanità

"Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera?" di Alfonso Navarra

La guerra nucleare è costantemente vicina alla nostra vita tutti i giorni anche se nessuno lo racconta
30 settembre 2015  (vai su http://www.peacelink.it/pace/a/42132.html)

Un convegno per il diritto dell'umanità a vivere senza la minaccia della guerra nucleare

Un convegno per il diritto dell'umanità a vivere senza la minaccia della guerra nucleare

 

Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera? 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera?" di Alfonso Navarra

Nella cittadina piemontese di Villarfocchiardo, oggetto, come tutta la Valsusa, dell'invasione di una grande opera distruttiva, nell'occasione della Giornata ONU per il disarmo nucleare, esperti ed attivisti, italiani e francesi si sono confrontati su come contrapporre ai rischi di guerra nucleare il diritto all'esistenza dell'umanità.

"Nucleare: accettereste di abitare in una polveriera?" di Alfonso Navarra

Ecco le relazioni e gli interventi da segnalare: Jean Marie Collin, Luigi Mosca, Alfonso Navarra, Fabio Strazzeri, Roberto Cotti, Alberto Perino, Giuseppe Farinella, Piercarlo Racca.

Laura Tussi ha inviato un contributo scritto.

Gli amministratori del Comune di Villarfocchiardo, che ha patrocinato l'iniziativa, il sindaco Emilio Chiaberto, e l'assessore alla cultura, Paolo Miletto, hanno portato un saluto non rituale (a partire dall'impegno dell'AC sulla sicurezza dei cittadini contro i trasporti nucleari).

Massimo Alovisi ha coordinato per il TG Valle Susa la registrazione degli interventi (che sarà ospitata anche dal sito di Radio Radicale).

Vedi in basso il programma dei lavori.

Il Seminario è stato promosso a partire dall’iniziativa articolata su due petizioni telematiche:

www.petizioni24.com/esigiamo

www.petizioni24.com/dirittoaldisarmonucleare

 

 Che cosa, noi antinucleari, abbiamo discusso e concluso a Villarfocchiardo il 25 e 26 settembre (26 settembre, giornata ONU per il disarmo nucleare)


 - abbiamo compreso che il movimento internazionale per il disarmo
 nucleare deve mobilitarsi e vigilare affinché la nuova spinta dal
 basso (iniziativa umanitaria sostenuta da Stati non nucleari e società
 civile internazionale) non si faccia imbrigliare e disperdere in
 meccanismi istituzionali ONU predisposti come trappole dagli Stati
 nucleari (il gruppo aperto per il disarmo con la regola
 dell'unanimità)
vai su: http://www.osmdpn.it/conclusioni%20villar%2025-26%20settembre%202015.htm

 - forse sarebbe necessario spingere dal basso per un "trattato" che
 esprima il "coraggio politico" degli Stati che vogliono sancire da
 subito il bando giuridico senza aspettare il consenso universale. (La
 "convenzione" è un sinonimo di "trattato", ma nel linguaggio ONU,
 schematizzando, si usa di preferenza per i documenti su questioni
 universali che coinvolgono quasi tutti i membri fin dall'inizio del
 percorso);

- la base culturale dell'iniziativa umanitaria è debole: non bisogna
 prendere di mira solo l'eventuale uso delle armi nucleari ma la
 condizione base che consente la minaccia dell'uso, quindi il loro
 possesso giustificato come "deterrenza" e "dissuasione". La realtà
 fattuale del "rischio nucleare", quale minaccia effettiva alla
 sopravvivenza dell'umanità, deve entrare nel ragionamento. Tutto
 questo ragionamento è contenuto nella "Dichiarazione per il diritto
 alla sopravvivenza dell'Umanità";

 - la nostra "Dichiarazione" può essere uno strumento per un intervento
 "pacifista" alla COP 21 di Parigi (dicembre 2011), nella quale
 Hollande si propone di lanciare una "Carta per i diritti
 dell'umanità". Se usciamo dalla logica dei compartimenti stagni per i
 movimenti e quindi scartiamo che Parigi possa essere solo un affare
 del WWF, allora possiamo comprendere come sia utile una iniziativa che
 sottolinei come la responsabilità per la vita di tutti non riguarda
 solo la lotta contro il cambiamento climatico ma vede la sua priorità
 logica e fattuale nella scomparsa della minaccia nucleare;

- in Italia c'è da riprendere l'impegno per rimuovere le atomiche USA
 da Ghedi ed Aviano, che oltretutto violano il TNP. Una campagna contro
 gli F35 adibiti a missioni nucleari è un utile strumento a questo
 scopo. Dobbiamo anche poter chiarire come le missioni nucleari siano
 collegate a strampalate ma pur sempre vigenti dottrine militari di
 impiego NATO delle armi nucleari (il "first use"). Ricordiamo che la
 denuclearizzazione costituisce un grimaldello per mettere in
 discussione la NATO;

 - le nostre due petizioni telematiche esprimono il senso complessivo
 del nostro impegno: una scadenza da tenere presente è la visita di Ban
 ki-moon all'EXPO di Milano il 16 ottobre pv. Proveremo ad organizzare
 un incontro tra il Segretario generale dell'ONU ed una delegazione di
 ragazzi del MUN Milano che hanno sottoscritto
www.petizioni24.com/dirittoaldisarmonucleare

 

Per concludere, ecco il testo della Dichiarazione per il “diritto alla
 sopravvivenza dell’Umanità”:

 

Noi , donne e uomini, partecipanti all’incontro di Villar Focchiardo
 del 25 settembre 2015, cittadine e cittadini del mondo appartenenti
 alla famiglia umana, responsabili della custodia della Madre Terra ,
 l’unico pianeta che abbiamo, che abitiamo e che amiamo

 Riaffermando che il principale scopo delle Nazioni Unite è il
 mantenimento della pace e della sicurezza internazionale,

 Ricordando i principi fondamentali della legge internazionale definiti
 nella Carta delle Nazioni Unite,

 Esprimendo la volontà e l’aspirazione di tutti i popoli a sradicare la
 guerra dalla vita dell’umanità e, soprattutto, ad evitare una
 catastrofe nucleare mondiale, che può scatenarsi persino per
 incidente, per caso e per errore;

 Riconoscendo che il mantenimento di una vita pacifica per i popoli è
 sacro dovere di ogni Stato, e che la sua sovranità è legittima nella
 misura in cui protegge la vita e la dignità della vita promuovendo i
 diritti umani, individuali, collettivi e dell’umanità intera;

 Consapevoli che il mantenimento in vita dell’umanità costituisce il
 prerequisito internazionale assoluto per il benessere materiale, lo
 sviluppo e il progresso dei paesi, e per la piena attuazione dei
 diritti umani e delle libertà fondamentali proclamate dalle Nazioni
 Unite,

 1. ci assumiamo il compito di annunciare una verità che a noi appare
 evidente ed inoppugnabile: la difesa del diritto alla sopravvivenza
 dell’intera umanità e la promozione della sua attuazione costituiscono
 un obbligo fondamentale per ogni Stato e per la comunità organizzata
 degli Stati;

 2. indichiamo agli Stati, a tutti gli Stati, il dovere di assicurare
 la sopravvivenza dell’umanità, oltre che attraverso
 politiche di
 salvaguardia dell’ecosistema globale, soprattutto mediante l’urgente e
 prioritaria eliminazione della minaccia di guerra, in particolare
 della guerra nucleare, che esige l’immediato disarmo nucleare totale
 collegato all’abolizione giuridica degli armamenti nucleari;

 3 – sottolineamo che la deterrenza nucleare rappresenta una minaccia
 permanente di guerra e di sterminio universali che inquina il
 carattere stesso della civiltà umana; ne consegue che al di là dello
 stesso possesso di armi nucleari, il solo predisporle andrà condannato
 e perseguito, da un ordine giuridico internazionale giusto, come
“crimine contro la pace” e “crimine contro l’umanità”.

Citiamo infine  il Manifesto Russel-Einstein del 1955, di cui
 condividiamo spirito e contenuti: "Si apre di fronte a noi, se lo
 vogliamo, un continuo progresso in felicità, conoscenza e saggezza.
 Sceglieremo invece la morte, perché non sappiamo dimenticare le nostre
 contese? Ci appelliamo, come esseri umani, ad altri esseri umani:
 ricordate la vostra umanità, e dimenticate il resto".

 

 

NO AGLI F35 NUCLEARI CHE L'ITALIA STA ACQUISTANDO

Roberto Cotti, della Tavola della Pace della Sardegna, rappresentante in Senato del M5S, al seminario di Villarfocchiardo ci ha informato della mozione "trasversale" (Atto 1-00405, con firme anche di senatori del PD e di SEL) che è riuscito a presentare contro l'uso nucleare degli F-35.
Eccone alcuni passi:
Il Senato, considerato che il programma "JSF/F-35 Lightning II" prevede la capacità di trasportare operativamente all'interno di ciascun velivolo due bombe nucleari di tipo B61-12; che tale capacità è ad oggi annunciata come caratteristica dei lotti di produzione da cui acquisteremo i 90 velivoli destinati al nostro Paese; che alcuni Paesi alleati, quali il Regno Unito, hanno da tempo rinunciato alle capacità nucleari condivise dell'Alleanza Atlantica, mentre altri come la Germania, il Belgio e l'Olanda hanno già espresso tale intenzione; che il Parlamento olandese ha chiesto al governo del proprio Paese che il velivolo F-35 scelto come successore degli attuali F-16 non sia dotato delle capacità necessarie per svolgere il ruolo nucleare; che l'Italia ha sottoscritto il TNP, che la legge 185/1990 vieta espressamente la fabbricazione e l'importazione di armi biologiche, chimiche e nucleari, che l'Italia ha sempre dichiarato di non fare parte del "club atomico" con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano, che per ben due volte il popolo italiano ha rifiutato, con due referendum, l'opzione nucleare anche solo per fini civili, IMPEGNA IL GOVERNO a non procedere all'acquisizione dei requisiti hardware e software necessari per equipaggiare le varie versioni del velivolo F-35 delle capacità necessarie per trasportare e sganciare armi nucleari del tipo B-61-12, il cui schieramento operativo sul territorio europeo è previsto a partire dalla fine del presente decennio nell'ambito dei programmi di condivisione nucleare dell'Alleanza Atlantica.


Per approfondire: http://www.difesaambiente.info/sommari_per_archivio/PagDA_1_14.pdf

 

 Che cosa abbiamo discusso e concluso a Villarfocchiardo, la seconda giornata, il 26 settembre

 Questa seconda giornata, vivacizzata dalla proiezione di "La SUTA, il documentario su Saluggia, è stata più focalizzata sull'attuazione del
 referendum antinucleare vinto nel 2011, a partire dalla valutazione
 che la partita in Italia non è affatto chiusa!
 A Firenze 10+10, Forum Sociale Europeo, novembre 2012, abbiamo
 costituito il Comitato per Attuare la Volontà del Referendum
 Antinucleare, cioè farla finita con il rischio nucleare, con i
 seguenti obiettivi:
 1– chiudere con i piani nucleari in Italia e dall’Italia (vedi Enel e
 Fimeccanica);
 2– garantire la (relativa) sicurezza del “vecchio” nucleare degli anni
’60 – ’70 e ’80, che costituisce una minaccia tuttora incombente (es.
 gestione scorie e trasporti nucleari);
 3– risolvere in modo alternativo i problemi che l’opzione nucleare
 pretendeva di affrontare, come, per esempio, il rispetto degli impegni
 di Kyoto e l’emancipazione del nostro Paese dalla dipendenza dei
 combustibili fossili.
 E' di estrema attualità la questione del DEPOSITO UNICO DELLE SCORIE
 RADIOATTIVE.
 Da una parte di sono gli spot della SOGIN, che prepara il terreno per
 l'operazione (forse l'ennesima Grande Opera Inutile) mentre mantiene
 segreta la CNAPI.
 Dall’altra ci sono le verità su cui, per il governo al servizio della
 lobby atomica, si deve “glissare”:
1- non esiste la sicurezza assoluta, il promesso rischio zero
 2- la centrale nucleare è di per sé il più grande “rifiuto”
radioattivo (sono tanti altri metri cubi di “roba” nociva cui bisogna
 trovare sistemazione)
 3- non c’è ancora soluzione per i rifiuti ad alta intensità e
 lunghissima durata (solo adesso in Finlandia stanno per aprire il
 cantiere per il deposito geologico profondo).
 Per i cittadini che, promotori di “democrazia cognitiva”, vogliono
 fissare i criteri di una riduzione del danno, ecco i punti da fissare:
 Nel paese dei “siti impossibili” (è il titolo di un libro di Virginio
 Bettini) più piccoli depositi decentrati potrebbero essere meglio.
 I depositi delle scorie – che devono evitare l’acqua – vanno distinti
 dai siti delle centrali nucleari – che sorgono vicino a fonti d’acqua
 Per evitare i rischi di diluizioni della radioattività dopo un
 probabile incidente è meglio evitare del tutto i trasporti per mare.
 Non c’è, di conseguenza, bisogno degli altrettanto inutili e
 pericolossissimi trasporti nucleari delle scorie radioattive via
 treno, specialmente quelli verso la Francia, da Saluggia (Eurex) e
 Trino (ex centrale nucleare), a Les Hague, dove, con la tecnologia
 PUREX, un po' di plutonio viene ricavato e destinato alle bombe
 nucleari francesi.
 Saluggia, dove ci sono ancora rifiuti nucleari ad alta attività
 liquidi, e con Bosco Marengo fa il 90% della radioattività "stipata"
 in Italia, va sicuramente sgombrata, non basta la cementificazione
 richiesta da Greenpeace: è "il posto più pericoloso in Italia per gli
 italiani tutti". Qui occorre andare ben oltre un miglior trattamento in loco: così come non si può
 costruire una centrale nucleare sulle pendici di un vulcano, non si
 può mantenere un deposito nucleare in una zona in cui gli eventi
 alluvionali sono la regola.
 Dove vanno messi i rifiuti radioattivi di Saluggia?
 Per rispondere occorrono studi seri, ed è difficile fidarsi della
 SOGIN, che proprio a Saluggia ha concesso appalti alla "mafia
 dell'EXPO"!

Programma dei lavori

Venerdi 25 settembre 2015

  • Ore 9.00 – 9.30 – Saluti di benvenuto e introduzione al Seminario da parte di Alfonso Navarra, Campagna OSM-DPN, coordinatore dei lavori seminariali. Lettura delle due petizioni. Lettura di messaggi e contributi “esterni”. “Il diritto alla sopravvivenza dell’umanità nuovo diritto umano”.
  • Ore 9.30 – 9.50 – Relazione di Fabio Strazzeri (Soccorso Verde). Il diritto nell’era nucleare.
  • Ore 9-50- 10.30 – discussione sulle relazioni di Navarra e Strazzeri
  • Ore 10.30 – 11.00 – Relazione di Jean Marie Collin. Stato attuale delle trattative per ildisarmo nucleare e prospettive per l’Assemblea dell’ONU di settembre-ottobre 2015: l’impegno della Rete internazionale dei parlamentari per ildisarmo nucleare.
  • Ore 11-00 – 12.00 – discussione sulla relazione di Collin
  • Ore 12.00 – 12.30 – Relazione di Luigi Mosca, fisico nucleare, ARMES NUCLEAIRES STOP. Rischi di uso di armi nucleari per errore. La “rimozione” del problema nucleare.
  • Ore 12.30 – 13.30 – discussione sulla relazione di Mosca
  • Ore 13-30 – 14.30 – pausa pranzo
  • Ore 14.30 – 15.00 – Relazione di PierCarlo Racca, Movimento Nonviolento. L’istituzionalizzazione della difesa popolare nonviolenta.
  • Ore 15.00 – 15.30 – discussione
  • Ore 15.30 – 16.00 – Relazione di Roberto Cotti, Senatore M5S. Come Parlamento e governo italiano affrontano le problematiche della denuclearizzazione.
  • Ore 16.00 – 17.00 – Discussione
  • Ore 17.00 – 17.30 – Relazioni di Giuseppe Farinella (Energia Felice
    I rapporti tra nucleare civile e militare. La geopolitica dell’energia.
  • Ore 17.30 – 18.30 – Discussione
  • Ore 18.30 – 19.00 – Giro di interventi conclusivo dei relatori (Cinque minuti a testa).

Sabato 26 settembre 2015

  • Ore 9.00 – 9.30 – Relazione di Alfonso Navarra e Giuseppe Farinella (Energia Felice) . L’attuazione del referendum antinucleare ed il deposito unico nucleare.
  • Ore 9.30 – 10.30 – Proiezione documentario su Saluggia. “LA SUTA”, di Gianaglione, Monti e Rapalino
  • Ore 10.30 – 11.30 – discussione su relazione Navarra e documentario.
  • Ore 11.30 – 12.30 – L’opposizione ai tasporti nucleari attraverso la Valle di Susa. Interventi di: Amministrazione Comunale di Villar Focchiardo, Alberto Perino, Luca Giunti e Massimo Alovisi, TG Valle Susa.
  • Ore 12.30 – 13.00 – Discussione su trasporti nucleari
  • Ore 13.00 – 13.30 Giro di interventi conclusivo dei relatori. Chiusura dell’iniziativa.

 

 

 


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