Manifesto per salvare il CNR e rilanciare il futuro del Paese
La situazione finanziaria del Consiglio Nazionale delle Ricerche è particolarmente difficile. Difficile come probabilmente non lo è mai stata da quando il CNR è stato fondato da Vito Volterra nel 1923.
La ragione primaria di questa complicata fase economica in cui versa il principale Ente di ricerca del Paese è da ricondursi in primo luogo al calo costante, sistematico e miope, verificatosi negli ultimi anni, del Fondo che lo Stato mette a disposizione del CNR. E questo anche per la superficialità con cui qualche anno fa si è deciso di scorporare da questo Fondo una quota, fittiziamente vincolata a progetti di ricerca, ma in realtà obbligatoriamente tornata in buona parte nel calderone delle spese di funzionamento.
Esprimendo un solo numero, basti dire che, valutando anche le “stabilizzazioni” in corso di realizzazione, il costo complessivo del personale corrisponde al 98.7% dell’intero Fondo per il CNR!
Stiamo parlando di un Ente che si articola in oltre 100 Istituti di ricerca, distribuiti su tutto il territorio nazionale, costituito da grandi infrastrutture, operante con apparecchiature sofisticate e altamente specializzate e con costi proporzionali a questi livelli di complessità.
Un Ente che negli ultimi anni ha anche avviato un’opera meritoria di razionalizzazione delle spese con risparmi significativi (accentramento delle utenze, riorganizzazione degli Istituti della rete di ricerca, più in generale una vera e propria spending review).
Un Ente capace comunque di recuperare dal “mercato della ricerca”, attraverso la partecipazione a bandi competitivi internazionali e nazionali, risorse importanti sia dal punto di vista quantitativo (circa il 50% del valore del Fondo statale) che da quello qualitativo (dell’eccellenza scientifica). Risorse fondamentali per lo sviluppo delle proprie attività di ricerca.
In questo modo il CNR (in primis i suoi ricercatori e tecnologi, ma anche tutto il personale di supporto che opera in questa impresa) ha potuto sopperire alla quasi completa assenza di fondi finalizzati alle attività di ricerca (tutto il Fondo come dicevamo è assorbito dai costi del personale e in parte dal funzionamento ordinario).
In realtà questi fondi recuperati dai bandi di ricerca sono anche stati utilizzati per sostenere, almeno parzialmente, i costi di funzionamento degli istituti ed altre attività di ricerca prive di specifica copertura.
Il de-finanziamento sistematico ha però oggi raggiunto un limite incompatibile con le gestioni flessibili di compensazione adottate negli ultimi anni. E questo anche per la concomitanza con due eventi di aumento dei costi che d’altra parte vanno considerati positivamente (l’aggiornamento contrattuale fermo da vari anni e l’assunzione di molte centinaia di unità di personale da troppo tempo precario).
Si tratta quindi di individuare nel bilancio dello Stato Italiano circa 100 milioni per rilanciare il più grande Ente di ricerca pubblica del nostro Paese.
Si tratta di offrire al futuro del nostro Paese la possibilità di continuare a contare sulla ricerca multidisciplinare, interdisciplinare e di frontiera che il CNR ha saputo esprimere in modalità eccellenti fin da quando è stato fondato, ambiti di ricerca che si dimostrano sempre più essere una leva strategica per l’avanzamento della nostra civiltà.
Si tratta di indicare come via privilegiata per lo sviluppo dell’Italia, la conoscenza e la ricerca.
Si tratta di rendere l’Italia protagonista nella società e nell’economia della conoscenza.
Per questa ragione come direttori di istituto e di dipartimento, come ricercatori e tecnologi e come personale tutto rivolgiamo un appello al Presidente e al Consiglio di Amministrazione del CNR perché si facciano tramite con gli Organi di Governo del Paese affinché ascoltino questa richiesta del CNR e individuino le modalità per sopperire a questa drammatica mancanza di risorse.
Firmato (in ordine alfabetico)
Gian Paolo ACCOTTO, Vanni ANTONI, Daniele ARCHIBUGI, Lidia ARMELAO, Lorenzo AVALDI, Carlo BARBANTE, Giuseppe BIAMONTI, Rosa BOTTINO, Carlo CALFAPIETRA, Salvatore CAPASSO, Cosimo CARFAGNA, Eleonora CARLETTI, Sebastiano CAVALLARO, Angelo CECINATO, Mauro CENTRITTO, Aldo CERIOTTI, Riccardo CHIRONE, Giancarlo COLOMBO, Daniela CORDA, Francesco CUCCA, Anna Lucia D’AGATA, Sabato D’AURIA, Gianluca DE BELLIS, Paolo DE NATALE, Giuseppe DE PIETRO, Marco FABRI, Stefano FABRIS, Maria Cristina FACCHINI, Rino FALCONE, Sebastiano FARO, Carlo FEDERGHINI, Ornella FERRAJOLO, Pietro FERRARO, Guglielmo FORTUNATO, Salvatore FRENI, Giuseppe GIGLI, Maria Carla GILARDI, Lidietta GIORNO, Fausto GUZZETTI, Salvatore IANNACE, Giorgio IERVASI, Mario IODICE, Mimmo LAFORENZA, Antonio LAMARRA, Riccardo LANARI, Vincenzo LAPENNA, Patrizia LAVIA, Antonio LOGRIECO, Maurizio LONTANO, Josè LORENZANA, Gian Marco LUNA, Daniele MALFITANA, Giovanna MANCINI, Marcello MANCINI, Stelio MANGIAMELI, Giorgio MATTEUCCI, Massimo MAZZER, Paolo MESSINA, Claudia MIELE, Lorenzo MOLINARI TOSATTI, Claudio MONTANI, Simonetta MONTEMAGNI, Alfonso MORVILLO, Michele MUCCINI, Roberto NATALINI, Barbara NICOLAUS, Antonio OCCHIUZZI, Graziano PESOLE, Roberto PINI, Salvatore PIRO, Antonello PROVENZALE, Rinaldo PSARO, Roberta RAMPONI, Daniele RANOCCHIA, Antonio RASCHI, Marco REALINI, Giovanni RINALDI, Antonio RIZZO, Sergio RIVA, Secondo ROLFO, Manuela SANNA, Rosalia SANTOLERI, Michele SAVIANO, Andrea SCALONI, Giuseppe SCONOCCHIA, Antonio SIMEONE, Paolo SQUILLACIOTI, Alessandro SOLURI, Lucia SORBA, Michela SPAGNUOLO, Mario SPROVIERI, Anna TAMPIERI, Riccardo TASCONE, Fabrizio TUZI, Vito Felice URICCHIO, Gerardo VALENTINO, Cirino Salvatore VASI, Giovanni Giuseppe VENDRAMIN, Marcello VERGA, Giovanni VIEGI, Francesco VIZZA, Roberto ZAMBONI, Giuseppe ZUCCHELLI.
Direttori CNR Contatta l'autore della petizione
Comunicato dell'amministratore di questo sito webAbbiamo chiuso questa petizione e abbiamo rimosso le informazioni personali dei firmatari.Il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell'Unione europea richiede un motivo legittimo per la memorizzazione delle informazioni personali e che le informazioni siano archiviate per il più breve tempo possibile. |