Interventi urgenti a favore della famiglia (ex art. 50 costit.)

Al Sig. Presidente del Senato della Repubblica Italiana

petizioni@senato.it 

Al Sig. Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana

camera_protcentrale@certcamera.it 

e p.c. 

Al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri

dipe.segretariato@governo.it

 

 

Oggetto: richiesta ex art. 50 Costituzione per l'adozione di interventi urgenti ed indifferibili per il sostegno alle famiglie.

 

Con la presente, i sottoscrittori della presente istanza,

 

premesso

 

• che, per i noti eventi del Covid-19 è stato disposto con atto del Governo un lungo periodo di isolamento, con impossibilità per i lavoratori autonomi di poter espletare la propria attività;

• che, in ragione di ciò, molte attività sono state chiuse ed oggi hanno difficoltà a riaprire, in quanto, allo stato, vi é una forte contrazione dei consumi ed inoltre sono state poste regole per la sanificazione che comportano ingenti costi non affrontabili in un periodo di crisi;

• che vi è assoluta necessità di rilanciare l'economia e soprattutto la circolazione del denaro;

• che dall'Unione Europea sono pervenute ingenti somme di denaro;

• che, con vari provvedimenti, il Governo ha previsto aiuti alle imprese ed alle attività economiche, peraltro non sempre facilmente accessibili;

• che il Governo ha, però, completamente omesso di prevedere ed erogare aiuti concreti specificamente rivolti alle famiglie, che sono il punto nevralgico della società italiana e che sono i soggetti protagonisti dell'auspicabile prospettiva del rilancio dei consumi, fattore quest'ultimo essenziale, per il rilancio dell'economia, poiché in assenza di ripresa di consumi e di ricircolo del denaro, non vi é concreta possibilità di ripresa delle attività economiche e di tenuta del PIL;

• che l'art. 29 della vigente Costituzione riconosce alla famiglia una posizione preminente all’interno della società, in quanto “società naturale” di diritto originario rispetto allo stesso Stato, che dunque ha lo specifico dovere di tutelarla in via prioritaria, nonché di promuoverne nuove formazioni (art,31 Cost.);

• che é altresì preciso compito dello Stato "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana", concetto che non può essere limitato ai lavoratori, ma estensibile ad ogni persona e la famiglia rappresenta il primario raggruppamento di individui;

• che, pertanto, lo Stato ha il preciso dovere, in considerazione della crisi economica scaturita dalla pandemia, di preoccuparsi maggiormente dell'economia domestica delle famiglie rispetto a quella delle imprese e dei lavoratori;

• che già nel Rapporto annuale dell’Istat del 2015 era stato segnalato lo stretto legame che esiste tra l'economia del paese ed i nuclei familiari; ciò in quanto il calo delle nascite, dovuto alle evidenti difficoltà dei giovani di poter metter su famiglia per via degli alti costi e dunque non solo per ragioni occupazionali, determina la diminuzione dei consumi; il predetto Rapporto concludeva che “In assenza di significative misure di contrasto, potrebbero determinare ricadute negative sul potenziale di crescita economica, con impatti rilevanti sull’organizzazione dei processi produttivi e sulla struttura e la qualità del capitale umano disponibile";

• che il dato del calo demografico non può essere sopperito soltanto attraverso l'aumento dell'immigrazione, dal momento che, generalmente, il reddito prodotto dagli immigrati viene speso in minima parte in Italia, in quanto giustamente vi é la tendenza di costoro di reinvestire nel paese natio, ove molto spesso continua a risiedere la sua famiglia;

• che, seppure l'Iva per le famiglie non ha subito aumenti per l'anno 2020, i nuovi scenari economici post Covid-19, indicano che l'aliquota attuale dell'imposta non è, allo stato, sostenibile;

• che, contrariamente a quanto addotto da taluni economisti, esiste uno specifico precedente che dimostra lo stretto collegamento che intercorre tra l'aliquota IVA ed i consumi. L'esempio lampante é quello Giapponese, paese in cui, in data primo ottobre 2019 l'aliquota iva é salita dall’8 al 10%; la conseguenza é stata che, nel quarto trimestre il Pil del Giappone è crollato dell’1,7% rispetto al trimestre precedente, con consumi in contrazione per quasi il 3% e investimenti giù del 4,7%. L’episodio, peraltro, non è isolato. in quanto già nei primi mesi del 2014, il governo giapponese aveva aumentato l’Iva di tre punti percentuali, dal 5 all’8%, nel tentativo di ridurre deficit nei conti pubblici implicato dalle sue politiche espansive. Anche allora il risultato fu lo stesso: a fronte del corposo aumento dell’Iva scattato il primo aprile del 2014 l’economia sprofondò in un pesante segno meno e il Pil scese del 2% nel secondo trimestre di quell’anno rispetto al suo livello del trimestre precedente;

• che tali evidenze dimostrano che, al fine di una reale ripresa economica del paese, occorre abbassare, sia pure per un periodo limitato, le aliquote delle imposte indirette, per consentire alle famiglie di respirare ed al contempo per rilanciare i consumi ed il ricircolo del denaro nel paese:

• che, in questa specifica ottica, le famiglie, quali entità primarie e primari propulsori per la ripresa dei consumi, devono essere maggiormente salvaguardate rispetto alle altre emergenze e si devono porre, senza indugio alcuno, le condizioni per la formazione di altri nuclei familiari;

• che, a tal fine, appare necessario adottare misure di sospensione o, quanto meno, serie diminuzioni, delle aliquote dell'IVA e delle Accise sui generi di prima necessità (alimentari, energia elettrica, gas e luce e benzina), indispensabili per la sopravvivenza e per consentire una ripresa dell'economia reale;

• che per i consumi domestici non vi é alcuna possibilità di deduzione delle imposte indirette;

• che gli aiuti alle imprese, senza l'adozione di misure che rilancino i consumi e la circolazione della moneta e gli aiuti alle famiglie, risultano assolutamente insufficienti per la ripresa delle attività economiche.

                                             * * *

 Per i sopra esposti motivi i sottoscritti chiedono alle S.V. Ill.me, ognuna per quanto di competenza, di Voler adottare i provvedimenti opportuni e necessari o, quanto meno, di farsi promotori con rapide iniziative parlamentari, al fine di elidere, o, quanto meno, abbassare sensibilmente, per un periodo finestra di almeno un anno, le aliquote di IVA e delle altre imposte sui consumi primari per le famiglie. Confidando in un Vostro immediato e risolutivo intervento rimaniamo in attesa di conoscere le Vostre determinazioni in merito alla presente richiesta

Con il massimo ossequio.

 

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