CINTURA di PROTEZIONE per IL PROGETTO DI PIAZZA VERDI LA SPEZIA
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#77 Re: Re: Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti!2013-08-02 13:55#75: antonella capponi - Re: Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti! Grazie Signora Capponi prendero' a prestito alcune delle belle parole che ha speso per la mia città
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#78 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:2013-08-06 13:04#67: Sapientino ino ino - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Prego, ora può prendere visione della perizia.Anzi inviterei tutti a darci un occhio... 4 alberi da abbattere entro 1 anno, i restanti presentano richi moderati di far precipitare rami sulla testa della gente. Vi inviterei anche a leggere le poco rassicuranti conclusioni |
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#802013-08-09 08:12aderisco alla petizione perché. mentre si continua a idolatrare il glorioso passato, il cemento e le ruberie continuano imperterriti e si bocciano i rari sprazzi di intelligente e coraggiosa bellezza. |
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#822013-08-12 08:53Da quanto allegato risulta evidente che il noto critico(noto più che altro per gli isterici e baracconeschi interventi televisivi)è intervenuto sul ministro e che il ministro in disprezzo di ogni impegno ha fermato il progetto. Un progetto che, anche se si voleva criticarlo, gli organismi titolati a farlo avrebbero dovuto farlo prima. |
Mauro Bertocchi |
#83 Piazza Verdi2013-08-12 17:39Piazza Verdi, l’unica piazza storica della città risparmiata dai bombardamenti dell’ultima guerra, è delimitata da edifici liberty, déco e umbertini costruiti tra fine ’800 e primi ‘900. Qui troviamo uno dei simboli della città liberty: la Libellula Posata in ferro battuto. È in questo contesto di tipica piazza italiana che l’Amministrazione Civica prevede di realizzare una spianata, abbattendo le alberature centrali e installando portali in cemento armato rivestiti, rossi e verdi, alti oltre tre metri, pilastri luminosi di 5 metri e vasche d’acqua squadrate. Progetto che non prevede affatto la pedonalizzazione dell’area, ma solo l’interdizione al traffico privato, lasciando attive le corsie bus-taxi a doppio senso di marcia. Il progetto Buren prevede inoltre sotto la piazza degli impianti (altamente energivori) necessari a far funzionare le installazioni dell’artista francese, che causeranno l’abbattimento (in parte già effettuato sotto gli occhi dei cittadini esterrefatti) di tutti gli alberi esistenti. Molte perplessità destano anche i futuri costi di manutenzione che si prevedono elevatissimi. L’artista francese non è certo in grado di garantire che non si ripeta quanto successo a Parigi con la sua installazione al Palais Royal che a soli 10 anni dall’inaugurazione ha richiesto lo stanziamento di 4 milioni di € per il suo “restauro”. Il progetto ha suscitato vivaci proteste, contestato in primo luogo il percorso decisionale verticista seguito dal Comune, che ha mancato di condividere con la popolazione un così radicale rifacimento della piazza, presentata impropriamente alla UE come “zona degradata” per ottenere lo stanziamento dei fondi necessari. Nonostante la protesta non è stata fatta alcuna consultazione, sono state ignorate sia le raccolte di firme contro il progetto che un sondaggio che dava al 70 % i contrari. Pochi mesi prima della campagna elettorale, il Sindaco aveva rassicurato a mezzo stampa la città, dichiarando che il progetto sarebbe stato accantonato, salvo poi, subito dopo le elezioni, inoltrare le richieste di autorizzazione alla Soprintendenza, corredate da una documentazione incompleta e fallace. Lo scorso giugno si avviano i lavori, replicando alle proteste che «il percorso scelto dall’Amministrazione non è di tipo partecipato». Peccato che i co-finanziamenti europei prevedano il coinvolgimento della cittadinanza! Anche la legge di tutela e il Codice dei Beni Culturali italiani sono stati disattesi in quanto il Comune ha presentato negli atti ufficiali una datazione posteriore dei pini fornendo così una lettura sbagliata del quadro storico-architettonico della piazza, errore che ha viziato anche l’esito del concorso vinto da Vannetti e Buren. È bastata una ricerca da parte dei cittadini negli archivi comunali (!!!) per far saltar fuori la datazione corretta e dunque il fatto che la piazza è vincolata dalla legge vigente. È su questo aspetto che è intervenuto il Ministro Bray, richiamando tutti al rispetto della normativa di tutela e il progetto è stato sospeso dalla Soprintendenza per carenze istruttorie nella definizione dell’interesse culturale e storico degli elementi della piazza. Per questo più d’un esposto, ora al vaglio degli inquirenti, è stato presentato dai cittadini. Anche il gruppo dei Verdi Europei, con il vicepresidente Raul Romeva ha presentato interrogazione al Parlamento Europeo al fine di verificare il rispetto delle modalità di finanziamento del progetto in esame, come disciplinato dai regolamenti UE. Il sospetto è che la petizione a sostegno di Buren e gli articoli apparsi su Liberatione e Le Monde siano un tentativo di “forzare” le leggi di tutela che anche l’artista francese è tenuto a rispettare. |
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#84 Re:2013-08-12 17:45a Sparta si |
Mauro Bertocchi |
#85 Re: Bergonzoli ti vergogni?2013-08-12 17:49sentivamo la mancanza delle tue stupidaggini ma almeno firmati per esteso, o ti vergogni? |
Pino Domestico |
#86 Vi prego, la verità su Piazza Verdi2013-08-12 17:57I pini non sono un pretesto: sono lì dagli anni 30 e costituiscono una parte fondante della facies storica della piazza . Una perizia errata allegata al bando di concorso per la riqualificazione della piazza, post datava i pini agli anni cinquanta. La redattrice della perizia ha pubblicamente ammesso il proprio errore. Il progetto Vannetti Buren , che prevede l’abbattimento degli alberi, è stato selezionato proprio grazie a questo errore. .Gli esiti della perizia di valutazione della stabilità dei pini , perizia stranamente richiesta solo dopo la sospensione del progetto, sono stati pubblicati ieri: alcuni sono malati altri no. Ma se questi alberi fanno parte della facies storica della piazza, allora bisognerebbe sostituire quelli eventualmente abbattuti con altri analoghi e non con portali in cemento ed acciaio policromo. E’ vero che è stato aperto un cantiere, ma limitatamente al lato mare della piazza, per eseguire lavori di ri pavimentazione e di collocazione di nuovi sotto servizi (acqua, gas), che ha peraltro causato l’eliminazione di una fila di oleandri e di aranci. La Sovrintendenza dei beni archeologici di Genova il 25 maggio 2012 ha dichiarato che la progettazione dell’opera è stata effettuata in totale difformità con la vigente normativa in materia di vincolo archeologico. Vi sono state lacune e carenze in fase istruttoria: la Sovrintendenza aveva dato autorizzazione al progetto , subordinandola alla verifica dell’interesse culturale della piazza, ai sensi dell’art 12 dei Codice dei Beni culturali. Poiché tale verifica non è stata compiuta, la Sovraintendenza, , in ritardo, il 17 giugno 2013 ha sospeso i lavori, i sensi dell’art 28, comm1, 2 del citato Codice. La riqualificazione della piazza, non necessaria, specie se confrontata ad altre realtà veramente degradate della città, fin dall’inizio fu imposta ai cittadini, senza alcuna possibilità di dibattimento: subito dopo la presentazione del progetto Buren Vannetti, risultato vincitore, migliaia di cittadini presentarono un appello contro la sua realizzazione. Altre centinaia di firme sono state raccolte nel 2013. Il comitato non è composto “da falsari, squallidi approssimatori, mentitori, disinformatori, intimidatori (…) ambientalisti esauriti e usurati (…) regressori antidemocratici , promotori di sedicente partecipazione portatori di piccoli asti politici, ambiziosi frustrati (…) propugnatori di una città chiusa in se stessa (…) meschini rivolgitori di sguardo all’indietro”, come ha dichiarato il sindaco della Spezia Massimo Federici in consiglio comunale l’11 luglio scorso, ma da cittadini di orientamenti politici differenti .Tra di loro, che qualcuno vicino al sindaco ha addirittura assimilato ad esponenti della destra estrema , molti hanno votato alle ultime elezioni per Federici il quale, in campagna elettorale, dichiarò che il progetto in questione sarebbe stato accantonato, data la grave crisi economica in cui il paese e la città versano. Non una minoranza rumorosa, composta da “contestatori che hanno usato mezzi faziosi e manovre politiche”, ma un gruppo di cittadini, che, con mille difficoltà ha cercato di far sentire le proprie ragioni. Le ragioni del no, infatti, non sono soltanto estetiche e funzionali( non è stato presentato un nuovo piano del traffico e per risolvere il problema dei parcheggi si è trovata la soluzione di aprire alle auto i giardini pubblici del lungomare): hanno anche origini etiche, politiche ed economiche. L’economia cittadina ristagna dalla fine degli anni ottanta; il Comune, che riesce a far fronte con sempre maggior difficoltà ai bisogni sanitari ed educativi dei propri cittadini, ha già richiesto un prestito di 950.000 euro per realizzare il progetto che avrà inoltre costi di mantenimento altissimi. Si ritiene perciò “indecente” investire le esigue risorse pubbliche in un’opera del tutto superflua, visto che la piazza avrebbe al massimo bisogno di una semplice ripavimentazione. Il sindaco e la sua giunta hanno scelto la linea dell’intransigenza, del noi tireremo dritti, rimanendo sordi alle proteste popolari, chiamando condivisione una mera imposizione dall’alto, ratificata da circoscrizioni addomesticate , mentre il pubblico in sala, rumoreggiava sgomento, senza diritto di parola. Le opere architettoniche devono essere gradite ai committenti ed in parte adeguarsi al loro gusto ed alle loro esigenze. Perché saranno loro e non i progettisti a fruirne. Ed i committenti in questo caso sono gli spezzini, volgo gretto, ignorante, insensibile alla bellezza, indifferente all’arte e non un’elite colta e raffinata di politici e dirigenti comunali che vorrebbero fare della Spezia la capitale di un nuovo Rinascimento. |
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#87 Re: Vi prego, la verità su Piazza Verdi2013-08-13 09:25#86: Pino Domestico - Vi prego, la verità su Piazza Verdi Non capisco queste affermazioni dispensate a mo' di sentenze come se rappresentassero la verità assoluta. Non capisco neppure che istanze individualistiche possano essere spacciate come espressione della volontà dei cittadini. Ritengo che i pini, che per lei rappresentano una parte fondante della facies storica della piazza, siano, più realisticamente, uno spartitraffico, peraltro mal messo, inserito all'interno di uno spazio urbano attualmente occupato da 4 corsie di asfalto che tutto è fuorché una piazza e che ostruiscano la visione della prospettiva architettonica nel suo insieme. Il procedimento amministrativo riguardante la piazza ha avuto inizio oltre 3 anni fa. Tutti gli atti rigurdanti la stessa sono stati pubblicati sul sito del Comune. Un procedimento amministrativo come questo, complesso e articolato e con diversi soggetti istituzionali e non coinvolti, può essere carente ma gli eventuali elementi mancanti possono essere sanati senza per questo ricorrere ad esposti in procura, del tutto eccessivi rispetto al diritto amministrativo, ricorsi al TAR e a quella spettacolarizzazione a cui stiamo assistendo da mesi, che, onestamente, si fa fatica a comprendere e, ancor meno, a giustificare anche perché desta il forte sospetto di una strumentalizzazione per ragioni, purtroppo, molto meno nobili della difesa dell'ambiente e del patrimonio artistico e architettonico. Stupisce che Legambiente nazionale non abbia altre e ben più serie questioni di cui occuparsi, in un paese devastato dalla cementificazione selvaggia e dall'abusivismo dilagante, rispetto a 10 pini, peraltro fino a poco tempo fa, del tutto ignorati dalla cittadinanza di assai dubbia caratterizzazione dello spazio che occupano - da spezzino non ricordo di aver mai sentito definire Piazza Verdi come la piazza dei Pini -. Lei ritiene che la piazza non abbia bisogno della valorizzazione architettonica. Io, personalmente, sì. E ritengo che il progetto Vannetti vada proprio in quella direzione. Il taglio dell'alberatura/spartitraffico non a caso è prevista in buona parte dei progetti presentati (che, tra l'altro, sono stati esposti al Camec e quello vincitore anche in Piazza Verdi). Non capisco cosa si intenda per partecipazione dei cittadini alla progettazione di uno spazio anche perché, aldilà dellla retorica anti istituzionali dominante in questo periodo, sappiamo tutti molto bene quanto sia difficile attuare, in pratica, tale decantata partecipazione che sfocia facilmente in un caos inconcludente. La retorica su Piazza Verdi è, a mio giudizio, emblematica dello stato di totale immobilismo in cui versa il nostro paese, incapace com'è da sempre, di utilizzare e gestire fondi europei (che non a caso si chiamano fondi per lo sviluppo) e che, nel caso in esame, ammontano al 70% dei costi di realizzazione attribuiti a fondo perduto. Ritengo che la Soprintendenza, che ha espresso parere favorevole al progetto nel mese di Dicembre 2012 ribadito in sede di chiarimenti richiesti dal Comitato del no nel mese di Aprile 2013, abbia agito in modo irrituale, forse perché spinta dagli esposti in Procura che non dovrebbero rientrare in un procedimento amministrativo, nel richiedere la sospensione dei lavori. Ritengo, altresì, che i funzionari della Soprintendenza, se avessero ravvisato l'interesse storico - culturale del sito, avrebbero agito d'ufficio, fin dall'inizio, senza rilasciare il prescritto parere. Ritengo, inoltre, che la relazione predisposta dal Dirigente del Comune in merito alla datazione dell'alberatura, rispetto alla quale altri esposti in Procura sono stati "diligentemente" depositati, sia solo un atto prodromico (la cui valenza giuridica di atto pubblico è quanto meno dubbia) che certo non può, a meno di considerare i funzionari della Soprintendenza incapaci di effettuare un'autonoma valutazione sulla base della documentazione e dei rilievi fotografici che sicuramente sono stati presentati come allegati alla pratica, essere vincolante rispetto alla decisione ultima. Fa specie che un "non mi piace" o che ragioni individualistiche facenti leva sulla memoria individuale o, addirittura, su ragioni spiccatamente egoistiche come quelle di una decina di commercianti, preoccupati delle loro casse, più che del bene collettivo, possano essere elevati al rango di interessi superiori cui tutti dovrebbero sottomettersi, così come fa specie che, a fronte di firme prestigiosissime (da Anish Kapoor a Cattelan) del mondo dell'arte e dell'architettura, si continui a portare avanti una stucchevole polemica sostenuta, quando va bene, dalla miopia di chi si è scoperto da un giorno all'altro tecnico, architetto, artista e curatore senza averne titoli e comptenze. |
Ospite |
#88 Re: Piazza Verdi2013-08-13 10:51#83: Mauro Bertocchi - Piazza Verdi Non si tratta di archi di cemento armato né di realizzare una spianata ma semplicemente di far acquisire, ad un non luogo caotico e trafficato come quello attuale, la dimensione di una piazza. I pini non appartengono all'impianto originario della piazza ma furono piantati in pieno regime fascista e in attuazione di un piano regolatore che ha, tra l'altro, comportato, in esecuzione di un medesimo disegno assai discutibile se valutato oggi, la demolizione del teatro Politeama che su quella piazza esisteva...ora abbiamo pini, pavimentazione in gres e asfalto oltre alle meraviglie architettoniche che quei pini, dieci in tutto e ormai prossimi alla fine dei loro giorni, impediscono di vedere...gli appigli giuridici e le argomentazioni pretestuose hanno veramente stancato..manca solo il Papa e l'ONU e poi tutti gli enti e gli organismi nazionali e comunitari sono stati interpellati.. Una domanda al fronte del no: siete così sicuri di agire per il bene collettivo e non per meri interessi individuali? La petizione ha come titolo "cintura di protezione per Piazza Verdi" lo condivido in toto...tutte le polemiche mi sembra che malcelino attacchi politici strumentali e veramente miseri....dateci un taglio! |
Franco Pirone |
#89 Re: Adoro Buren e l'arte pubblica, ma gli alberi non si dovrebbero mai tagliare2013-08-20 12:36#12: Viola - Adoro Buren e l'arte pubblica, ma gli alberi non si dovrebbero mai tagliare Sono d'accordo con Lei. Aggiungo che pur non avendo visionato il progetto nella sua completezza, il fatto di sostituire il "pieno" dei pini con il "vuoto" della soluzione proposta non aiuti a rendere fruibile al meglio la piazza. Mi sembra che valga la pena di cercare un compromesso per salvare i dieci pini |
Pino Domestico |
#90 Sono contrario al progetto Vannetti-Buren2013-08-23 09:01Sul caso della contestata ristrutturazione di Piazza Verdi, alla Spezia, arrivano adesioni all'appello lanciato dai presidenti nazionali di Italia Nostra e Legambiente. Assieme a quelle provenienti da Spezia o dalla Liguria, anche quelle di nomi noti a livello nazionale nel campo della tutela e della difesa del paesaggio, come quella di Salvatore Settis, archeologo, storico dell'arte ed ex Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, che aderisce all'appello lanciato dai presidenti nazionali di Italia Nostra e Legambiente. Tra le accuse rivolte all'Amministrazione quelle di non aver rispettato il vincolo di tutela dei 70 anni e di non aver coinvolto i cittadini nelle scelte decisionali che riguardano la loro città, questo nonostante il progetto di ristrutturazione, che prevede installazioni dell'artista francese Daniel Buren, costerà quasi 3 milioni di euro, un terzo dei quali a carico dei cittadini. Qui di seguito il testo dell'appello e l'elenco dei primi firmatari on line su change.org http://chn.ge/164xrkh il link completo è questo: https://www.change.org/it/petizioni/piazza-verdi-la-spezia-rispettiamo-la-storia-i-diritti-costituzionali-dei-cittadini-e-le-normative-di-tutela-firma-l-appello Stefano Sarti Vice-presidente Legambiente Liguria Per Comitato Difesa Piazza Verdi Italia Nostra e Legambiente, La Spezia Piazza Verdi, La Spezia: “rispettiamo la storia, i diritti costituzionali dei cittadini e le normative di tutela”. Firma l’appello Aderiamo all’appello lanciato da settori diversi della cittadinanza della Spezia che rivendicano un fondamentale diritto alla trasparenza e alla partecipazione nei processi di trasformazione del territorio in relazione alla centrale Piazza Giuseppe Verdi. La piazza in oltre 70 anni ha mantenuto il medesimo assetto, seppur con qualche intervento che non ne ha sostanzialmente alterato il disegno iniziale, e ne conserva la concezione e il quadro storico-architettonico originario. Questo nonostante i bombardamenti che hanno martoriato La Spezia nell’ultima guerra, attraverso cui Piazza Verdi è passata quasi indenne. Il Municipio ha ignorato il vincolo monumentale cui la piazza è sottoposta fornendo datazioni errate all’ente di tutela (la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici) e intende operare una ristrutturazione che è, nei fatti, un rifacimento e non prevede il ripristino dei materiali originari ma, al contrario fa abbondante uso di cemento su un sito fragile, situato a breve distanza dal mare, che insiste su un delicato equilibrio idrogeologico. La procedura che ha portato all’approvazione del progetto contiene peraltro rilevanti carenze istruttorie che hanno obbligato la Soprintendenza a sospendere l’esecuzione del progetto ed avviare la procedura di interesse culturale prevista dal Codice dei Beni Culturali. È un intervento che snatura irrimediabilmente l'identità del luogo, cancellandone in modo irreversibile la memoria storica, smantella la piazza esistente inserendo elementi estranei e di qualità architettonica discutibile, al posto delle alberature centrali: portali e pilastri luminosi, vasche squadrate che non si armonizzano con i palazzi circostanti. Ci si chiede ancora una volta come sia possibile pensare di stravolgere una piazza centrale di una città, senza coinvolgere i cittadini, cioè i legittimi titolari dei diritti sulla città, calpestando così un diritto sancito dalla nostra Costituzione e ignorando che la Comunità Europea dispone che i progetti co-finanziati UE siano condivisi con la popolazione. La battaglia dei cittadini della Spezia è una battaglia di civiltà, in difesa di un bene comune e dell’assetto storico di una piazza italiana, che appartiene al patrimonio culturale del Paese, tanto più in una città che ha perduto parte del suo patrimonio artistico e che dovrebbe concentrarsi sulla conservazione di quello residuo operando interventi di restauro, rispettosi dei valori identitari, e non avventurarsi in discutibili operazioni milionarie di facciata del tutto decontestualizzate. Occorre invertire la direzione intrapresa: il nostro compito e il compito degli Amministratori dev’essere sempre più quello di vigilare e tutelare la storia e il paesaggio italiano ricordando che il Codice per “paesaggio” intende «parti di territorio i cui caratteri distintivi derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni»; la sua tutela «salvaguarda i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili». Il Paesaggio non rappresenta soltanto un motivo "estetico" (da guardare) ma anche "etico" (da vivere) in quanto riguarda il nostro benessere, la salute e la qualità della vita dei singoli e della comunità. Aderiscono all’appello: Marco Parini, presidente nazionale “Italia Nostra”. Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale “Legambiente”. Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, Accademico dei Lincei. Riccardo Adami, (La Spezia) fisico, Politecnico di Torino. Paolo Bensi, (La Spezia) chimico e letterato, professore di Strumenti e Metodi per la conoscenza e la conservazione del costruito, Dip. Scienze dell’Architettura, e di Storia delle Tecniche Artistiche, Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio, Università di Genova. Antonio Bertoli, editore, artista, poeta e saggista, co-fondatore di “City Lights Italia”. Fabio Carlini, (La Spezia) critico cinematografico. Carlo Da Pozzo, (La Spezia) ordinario di Geografia, Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, Università di Pisa. Roberto M. Danese, (La Spezia) docente di Filologia Classica, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Vezio De Lucia, architetto, saggista, redattore e vicedirettore di Eddyburg.it, docente universitario, già Direttore Generale dell‘Urbanistica e membro del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici. Vittorio Emiliani, giornalista e scrittore, presidente del Comitato per la Bellezza. Marco Ferrari, (La Spezia) giornalista e scrittore. Franco Ferrini, (La Spezia) sceneggiatore. Alberto Gabrielli, dottore forestale. Serenella Iovino, professore di Etica, Dip. di Lingue e Letterature Straniere e di Culture Moderne, Università di Torino; membro del Comitato consultivo della “EASLCE European Association for the Study of Literature, Culture and Environment”; Research Fellow della Fondazione “Alexander-von-Humboldt”. Tomaso Kemeny, poeta, anglista, già docente Università di Pavia. Massimo Marino, critico teatrale, docente Conservatorio di Parma. Michele Marsonet, preside della Scuola di Scienze umanistiche Università di Genova e prorettore agli Affari Internazionali. Ettore M. Mazzola, architetto, professore di Urbanismo Tradizionale, Architettura e Tecniche di Costruzione, “The University of Notre Dame - School of Architecture”, South Bend (IN) USA, membro del Consiglio direttivo dell’IMCL “International Making Cities Livable. Matteo Meschiari, antropologo del paesaggio, Università di Palermo. Tomaso Montanari, professore associato di Storia dell'Arte Moderna, Dip. di Studi Umanistici, Università di Napoli “Federico II”. Maria Rosa Montiani, artista e performer, docente di storia dell’arte. Arrigo Petacco, (La Spezia) storico. Paola Polito, (La Spezia) già lettrice Università di Copenaghen, coordinatrice “Laboratorio Internazionale sul Paesaggio” (San Biagio della Cima, IM). Oliviero Ponte di Pino, art director “Book city”, Milano. Massimo Quaini, geografo, già ordinario di Geografia, Università di Genova. Alberto Roncaccia, italianista, Faculté des Lettres, Università di Losanna. Paolo Rosa, artista visivo, co-fondatore di “Studio Azzurro”. Arturo Schwarz, storico dell'arte, saggista, collezionista, docente e poeta italiano. Angelo Tonelli, (La Spezia) grecista, poeta, performer, autore e regista teatrale. Flavia Trivella, giornalista, saggista e esperta del restauro architettonico. Massimo Venturi Ferriolo, filosofo del paesaggio, professore di Estetica, Dip. di Architettura e Studi Urbani, Politecnico di Milano. Antonio Zollino, ricercatore, Facoltà di Scienze della Formazione, Dipartimento di Italianistica e Comparatistica, Università Cattolica di Milano. |
Pino Domestico |
#91 Re: Re: Piazza Verdi2013-08-23 09:24si informi meglio, sono di cemento armato. questo è scritto nel progetto: (sezione relazioni architettonico, file relazione generale.pdf, pagine 8 e 9, titolo: "strutture portanti per gli elementi d'artista" sottotitoli: "tipologie portali" e "strutture") si può leggere che "la struttura in elevazione è realizzata in calcestruzzo armato collegata alla struttura di fondazione costituita da plinti in c.a (non hanno messo la parola estesa, ve la dico io: calcestruzzo armato) di idonea estensione ed armatura, previa bonifica del terreno mediante misto cava". non so dove lei tragga le sue informazioni, ma sicuramente sono errate. saluti |
Pino Domestico |
#92 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:2013-08-23 11:28#78: - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: per quanto riguarda la perizia sui pini: http://notedimarcogrondacci.blogspot.it/2013/08/il-vero-significato-della-relazione.html per quanto riguarda il tentativo del comune di nascondere le prescrizioni di cantiere contenute nella perizia stessa http://notedimarcogrondacci.blogspot.it/2013/08/le-prescrizioni-per-la-tutela-dei-piani.html ciao "ospite". |
Ospite |
#93 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:2013-08-23 14:49#92: Pino Domestico - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Forse per completezza di informazioni in favore di chi legge sarebbe il caso di evidenziare che tutti i beni immobili appartenenti ad enti pubblici e realizzati da oltre 70 anni sono vincolati ex lege ai sensi dell'art. 12 del D. Lgs 42/2004. Si noti che il limite dei 70 anni è stato introdotto con il "Decreto Sviluppo" D.L. 70/2011 perchè la disciplina previgente prevedeva 50 anni e la forma mentis di chi opera nel settore dei beni culturali è tuttora ancorata a questo limite temporale, tant'e' che, per esempio, sul sito della Soprintendenza genovese compare ancora questo limite. Nella lettera di autorizzazione rilasciata dalla Soprintendenza è incontrovertibile che i Funzionari che l'hanno rilasciata avevano ben presente di trovarsi di fronte ad un bene vincolato. Si legge testualmente "...l'immobile è da ritenersi sottoposto a tutela in base all'art. 12 comma 1 del Decreto Legislativo 42/2004". E' impensabile che un ente periferico del Ministero dei Beni culturali esprima un parere fondato esclusivamente su un errore di datazione di un Dirigente del Comune perché ogni volta che interviene in un procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza di servizi sia attraverso il rilascio di un'autorizzazione, la Soprintendenza richiede una corposa documentazione fotografica oltre a un'altrettanto corposa documentazione tecnica per formare ed esprimere il proprio convincimento. Questo concetto è altrettanto chiaramente enunciato nella lettera che la Soprintendenza invia alle Procure (stiamo parlando di Procure inopinatamente coinvolte attraverso esposti presentati dal Comitato che dice di operare a tutela di tutti i cittadini ...dice...). Cosa altro avrebbe dovuto fare il Comune se non avviare la gara d'appalto per la realizzazione di un intervento che ha avuto un periodo di gestazione di diversi anni una volta acquisita l'autorizzazione richiesta? Poi qualcuno ha iniziato a urlare, a spettacolarizzare l'intera vicenda e ad agire (coinvolgendo per esempio le Procure sia Genova che a Spezia) con esposti che, prima facie, appaiono strumentali e soprattutto del tutto pretestuosi al solo fine di allungare i tempi, esponendo a pubblico ludibrio funzionari comunali e statali coinvolti nella vicenda e sicuramente mettendo in atto un'azione fortemente coattiva della libertà decisionale dei poteri pubblici che incardinano. E tutto si è fermato a beneficio (??) di tutti i cittadini. Tutto ciò, oltre a sembrarmi poco corretto, risulta, a mio giudizio, del tutto ridondante rispetto alla normalità di un procedimento amministrativo. Personalmente ritengo che, semmai si giungesse ad una definizione della vicenda in senso favorevole alla realizzazione del progetto, le persone firmatarie di quegli esposti vacui e pretestuosi fossero chiamati a risponedere degli eventuali danni subiti, questa volta sì, da tutti i cittadini. |
Pino Domestico |
#94 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:2013-08-25 22:23#93: - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Caro Ospite, La Soprintendenza in prima istanza ha concesso l'autorizzazione subordinandola alla verifica dell'interesse culturale e storico della piazza, verifica che non è stata mai avviata, lo dimostra la lettera del 17 luglio 2013 in cui viene disposto l'accertamento d'ufficio vista l'inadempienza del Comune. Le dichiarazioni mendaci sull'età dei pini hanno falsato l'intero iter amministrativo, il progetto stesso è basato su elementi falsi. Tutto viene rimesso in discussione. E' auspicabile che i funzionari coinvolti, laddove venissero giudicati colpevoli del reato di falso ideologico, vengano prontamente rimossi dalle loro funzioni e che sia loro addebitato l'eventuale danno erariale. Sul fronte dei finanziamenti UE, invece, nessuno ha ricordato che la Corte dei Conti ha avviato un procedimento incaricando la GdF delle indagini. Non ci sono solo gli esposti e le denunce dei cittadini dunque. Mi auguro che il progetto venga bocciato, che i colpevoli vengano e condannati e che il sindaco tragga le conseguenze dando le dimissioni. Ultimo consiglio, caro ospite, perché non pubblichi le lettere della Soprintendenza? Forse perché smentirebbero clamorosamente le tue affermazioni? Alla prossima salva di bugie da parte tua provvederò a farlo io. |
Ospite |
#95 Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:2013-08-26 11:40#94: Pino Domestico - Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Veramente le lettere, almeno quella endoprocedimentale e quella successiva di risposta alla Procura della Repubblica su sollecitazione del Comitato del no, sono già pubblicate proprio in questa petizione (vedi i link che l'Architetto Mendini ha messo a disposizione di tutti dopo il testo della presente petizione) e non mi sembra ci siano dubbi né sul fatto che l'autorizzazione sia stata rilasciata, né che chi l'ha rilasciata aveva ben chiaro che l'intervento sarebbe stato eseguito su un bene vincolato ex lege. Non mi sembra di leggere che l'autorizzazione sia subordinata all'avvio della procedura di verifica dell'interesse culturale della piazza, bensì di un'autorizzazione senza se e senza ma e di una richiesta di un contemporaneo avvio della procedura per il riconoscimento dell'interesse culturale il cui esito positivo non fa altro che riaffermare e sancire definitvamente, con un vincolo specifico, quell'interesse culturale che già la legge prevede nel caso di beni immobili di proprietà dello Stato o di altri enti pubblici, come è, appunto, Piazza Verdi, mentre l'esito negativo ha l'effetto di rimuovere, in via definitiva, il vincolo stabilito dalla legge. In ogni procedimento amministrativo è possibile integrare qualsiasi atto (eventualmente) mancante senza per questo tirare in ballo Corte dei Conti, Procure, Guardia di Finanza e quant'altro. Stiamo parlando di legittimità di un procedimento e non di legalità che è ben altra cosa e mi sembra del tutto ridondante rispetto al caso in esame. Può essere che io sbagli (non che dica bugie) ma l'impressione che ho è che molti non abbiano ben chiare ripartizioni di competenze e soprattutto non abbiano conoscenze specifiche di come si svolge un'iter procedimentale così complesso. Sto parlando, naturalmente, di atti endoprocedimentali che ci sono e sono incontrovertibili. Conoscendo come operano normalmente le Soprintendenze ho seri dubbi che si siano espressi solo sulla base di una relazione presentata dal Comune, senza rilievi fotografici e altra documentazione che viene sempre richiesta a corredo della domanda. Nutro seri dubbi, altresì, sul fatto che una relazione possa acquisire la rilevanza di atto pubblico. Nutro seri dubbi, ancora, sulla "spontaneità" ex post del provvedimento di sospensione dei lavori e sull'eventuale annullamento dell'autorizzazione, sempre possibile in sede di autotutela, ma che sicuramente è emblematico di un modus operandi, a dir poco, incoerente e illogico e che, mi viene da pensare, potrebbe essere più il frutto di una pressione psicologica data dagli esposti in Procura che non da una seria valenza culturale di uno spartitraffico e 4 corsie di asfalto. Credo di poter dire che l'eventuale riconoscimento dell'interesse culturale - che, ripeto, è già stabilito dal D.lgs. 42/2004 - non renda, di per sè stesso, impossibile l'esecuzione di qualsiasi lavoro ma abbia, piuttosto, la funzione di "attenzionare" l'ente periferico del Ministero dei Beni culturali competente e faccia scattare l'obbligo di richiedere l'autorizzazione all'esecuzione dei lavori stessi. E tutto questo è stato fatto. Tu ti auguri che i colpevoli (??) vengano condannati, che il progetto venga bocciato e che il Sindaco tragga le sue conseguenze. Io, al contrario, mi auguro che l'intera vicenda venga riportata nel suo alveo naturale che è quello del diritto amministrativo, che si abbassino i toni e le voci urlate, e che, finalmente, i lavori di riqualificazione di un "non spazio" urbano caotico e disordinato com'è l'attuale abbiano corso e che la città possa riconquistare uno spazio urbano beneficiando, nell'interesse di tutti, di un cospicuo finanziamento europeo a fondo perduto. Chi di noi, sindaco o cittadino qualunque, presentando un progetto di riqualificazione di un bene di proprietà che risulti vincitore, tra molti altri concorrenti, e sia ammesso a beneficiare di finanziamenti pari al 70% dell'importo totale, rinuncerebbe? Ammetto i miei limiti ma non comprendo quale sia il vantaggio o, meglio, l'interesse collettivo (non individuale) alla base di ogni scelta amministrativa, che la tua posizione dovrebbe tutelare e promuovere. |
Ospite |
#96 Re: Re: Re: Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti!2013-08-27 22:32#77: - Re: Re: Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti! Grazie a Lei, perchè io voglio mantenere in me il ricordo di quelle due visite e chissà che quando verrò per la terza volta, potrò sedermi ed ammirare la piazza con l'opera di Buren, gli aranceti, la costa, le magnifiche Palme e...l'aria di La Spezia. Cordiali saluti |
Ospite |
#972013-08-29 22:40Solita confusione fra il vecchio e l'antico.. purtroppo decenni di ipocrita "attenzione" al contesto paralizzano il nuovo anche quando ci sono in ballo 10 pini spelacchi.. |
ADAM |
#99 Re: Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti!2013-11-25 12:48#27: Dr.Faustus - Re: mi spiace sono daccordo con i dissidenti! NESSUNO DI QUESTI COSIDETTI MEMBRI ILLUSTRI VALE NEANCHE UN MEZZI CITTADINO SPEZZINO !!! IN DEMOCRAZIA E' IL POPOLO CHE DECIDE NON LE OLIGARCHIE FASCIO-STALINISTE ! |
Ospite |
#1002014-05-04 09:05Da una parte un Sindaco democraticamente eletto che vuole migliorare una piazza attraverso un percorso lineare (concorso di idee, appalto pubblico, ...). Dall'altra parte persone facinorose e arroganti che vogliono imporre in maniera unilaterale le loro "verità". Dopo decine di denunce a tutti gli organi locali fino al Parlamento Europeo non c'è ancora un solo pronunciamento di un organo amministrativo (TAR, Procura, ...) che evidenzi illegittimità del percorso del Comune. Unica comportamento anomalo è quello della sopraintendenza che dopo aver approvato il progetto il giorno dell'avvio dei lavori si è rimangiato tutto in quanto i funzionari hanno subito l'ingerenza del Ministro a sua volta plagiato da Sgarbi. Quanto è costata questa opposizione? Quanto costa alla collettività in termini di fermo lavori, di impegno di tutti gli organi amministrativi? Non si può che essere d'accordo con la petizione! |
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RICHIESTA DI UDIENZA A S.E.R. IL CARD. ROBERT SARAH Oggetto: difesa dei diritti della Sede Apostolica
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STOP AL RANDAGISMO IN CALABRIA....STOP AL DANNO ERARIALE IN CALABRIA
RICHIESTA DI UDIENZA A S.E.R. IL CARD. RAYMOND LEO BURKE Oggetto: difesa dei diritti della Sede Apostolica
RICONOSCIMENTO DELLA SEDE IMPEDITA DI BENEDETTO XVI E CONVOCAZIONE DEL CONCLAVE
C'è qualcosa che vuoi cambiare?
Non avviene alcun cambiamento se si resta in silenzio. L'autore di questa petizione ha deciso di prendere l'iniziativa. Farai lo stesso? Inizia un movimento sociale creando una petizione.
Inizia una tua petizioneAltre petizioni che potrebbero interessarti
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