Fermiamoli, non ci si ammala e non si muore solo di Covid!
Premetto che non voglio apparire e non ho manie di protagonismo nella maniera più assoluta.
Vorrei che Voi firmaste questa petizione, perchè bisogna smuovere quella coscienza troppo assopita di uomini al potere che non vivono le nostre frustrazioni e problematiche perchè "trattati" diversamente da noi, che siamo cittadini di serie B.
Oggi come oggi si può morire come 50 anni fa di appendicite perchè non è un "sintomo" da Covid ...
Qui sotto la mia lettera di Reclamo all'Azienda Ospedaliera che tiene in cura (se tale si può dire) mio papà ...
Lettera inoltrata anche al giornale locale.
Ho trovato il coraggio di scrivere ciò perchè ovviamente sono direttamente ed emotivamente coinvolto ma, non aspettiamo che questo tzunami ci travolga!
Siamo esseri umani anche noi ed abbiamo diritto di cure... anche noi.
Never give up! Mai mollare!
Grazie mille a tutti in anticipo.
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Mio papà è un Uomo disabile di 76 anni. Dal 2006 è cieco assoluto. E’ diabetico e prende di conseguenza medicinali ma non fa l’insulina. Ha subito una operazione ai polmoni per rimuovere un tumore circa 3 anni fa e da più di un anno faceva, fino a 2 mesi fa sedute mensili di immunoterapia con risposte positive e direi soddisfacenti. Circa ad Ottobre 2020 è stato rilevato un polipo nella vescica. Verso la terza settimana di Novembre incomincia ad avere problemi alle ginocchia e nel giro di 10 giorni si ritrova impossibilitato a camminare ed ha dolori lancinanti che non lo fanno nemmeno dormire. Tramite un Ortopedico privato, a pagamento, vista l’impossibilità di reperirne uno in qualsiasi Ospedale, gli è stata riscontrata una gonartrosi bilaterale a tutte e due le ginocchia e, visto il periodo, lo specialista ha confermato l’impossibilità di essere operato in tempi brevi e prescrive la “terapia del dolore” cioè il Targin (oppiode). Il 5 Dicembre, giorno dopo, i dolori sono sempre forti e decidiamo insieme a mia mamma di chiamare il 118. Lo portano a Rho dove fanno vari esami che sembrano andar bene a parte il problema alle ginocchia ma riscontrano la positività di mio papà al Covid e conseguentemente viene traferito a Garbagnate. (lui non ha nessun sintomo riconducibile al Covid, è un asintomatico, detto dai Dottori), da notare che da questo momento mio papà perde completamente lucidità e fatica a parlare con conseguente offuscamento mentale.
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Da qui cominciano gli incubi, non tanto a Garbagnate nelle prime settimane ma dopo... quando viene traferito, oltretutto scopro dopo un giorno ed una notte che è stato trasferito alla RSA di Bollate, facendo il giro di telefonate incrociate, Garbagnate, Rho, Bollate ... perché nessuno ci aveva ancora avvisato. (Viene traferito a Bollate perché ancora positivo ma senza sintomi ed impossibilitato ad isolarlo a casa visto la sua disabilità). Durante la permanenza a Garbagnate, dove gli specialisti sono presenti (rispetto a Bollate), è stato seguito da un fisioterapista ma vengono completamente ignorate le richieste di controllo sulla sua lucidità... (forse è il Covid, sarà la stanchezza, a noi sembra normale, ma è sicuro che non era così prima?) così ci rispondevano. Ma è a Bollate che la situazione è davvero grave. Ad ogni telefonata con i dottori riceviamo le solite risposte, suo papà sta bene stiamo solo attendendo che il tampone sia negativo, ma nel frattempo, giorno dopo giorno, non si riesce più a sentire mio papà tramite telefono perché sempre più assente e sempre “dormiente”. Chiediamo di provare a sospendere il TARGIN in quanto nel bugiardino della medicina viene detto che potrebbe avere effetti letargici, disturbi mentali e difficoltà nella parola. Ci viene risposto che così è scritto e così continueranno a fare perché comunque il medicinale non è stato prescritto da loro e non vogliono cambiarlo e che comunque mio padre l’hanno conosciuto così fin dall’inizio e per loro è normale. Inutile dire che mio padre fino a prima di entrare in Ospedale fosse lucidissimo come un ragazzo di 20 anni. Fino a che non viene da noi contattato l’ortopedico che ha prescritto questa medicina che ci chiede come mai non avevano sospeso subito l’assunzione della medicina e ci chiede di essere contattato dai dottori dell’ospedale. Io chiamo a Bollate e riferisco il tutto ai dottori che, sotto mia pressione, contattano l’Ortopedico e sostituiscono la medicina con il Tachidol. Da notare che nelle note sulle dimissioni dall’ Ospedale è stato scritto che loro, vedendo che il paziente aveva difficoltà hanno contattato lo specialista per un consulto (cosa assolutamente falsa, perché siamo stati noi a costringerli a chiamare dopo svariate telefonate). Dopo 1 tampone positivo, finalmente ottiene 2 test negativi, ma al giorno delle dimissioni si scopre che ha un’infezione batterica in atto. Mia mamma chiede che tipo di infezione sia e la dott.ssa risponde con decisione che si tratta di infezione polmonare (può capire come potesse sentirsi mia mamma, visto i trascorsi Oncologici di mio papà) Il giorno dopo chiamo io e un’altra dott.ssa mi dice che non sa dove sia l’infezione in quanto loro hanno solo visto il valore della PCR ma presume sia alle vie urinarie, quindi insufficienza nelle risposte e superficialità totale che denotano come si possano avere 2 risposte diverse da due dottori. Passa un’altra settimana di terapia antibiotica fino al 14 Gennaio giorno delle dimissioni, dopo aver fatto un ulteriore tampone, risultato anch’esso negativo. Torna a casa e le sue condizioni sono a dir poco pessime, la mente è offuscata ed alterna momenti di lucidità a nebbia assoluta. 20 kg in meno, disidratato, bocca asciutta con secchezza alle labbra e tagli. Ci chiede sempre da bere e dice che lì, sebbene continuasse a chiedere acqua, arrivava dopo diverse richieste... anche dopo ore. (Ricordo che mio papà è disabile al 100%, non vedente ed immobilizzato a letto per via dei problemi alle ginocchia, gonartrosi) Al polso troviamo attaccata ancora la farfalla (utilizzata per le flebo, suppongo, con tubicino annesso di 30 cm nascosto sotto la manica del pigiama). La bocca è piena di sangue in quanto probabilmente la dentiera, come poi verificato, non è stata forse mai tolta, il pigiama è sporco di sangue e vi risparmio nel descrivervi cosa c’era sotto il pannolone (non mi riferisco alle normali necessità fisiologiche). Si lamenta per dolori al piede sinistro e sorpresa … ha un’ulcera da decubito al tallone mai e dico mai … curata. Cerchiamo di medicarla noi e bendiamo il piede. Si potrà pensare che avrei dovuto fotografare e documentare il tutto, ma purtroppo la mia mente era focalizzata a fare quello che qualcuno è pagato a fare. Oltretutto mai e poi mai vi manderei foto di mio padre in quelle condizioni anche se più credibili della mia “parola”. Il giorno prima delle dimissioni gli viene inserito il catetere che lui si strappa la notte, ci viene detto che appena arriva a casa bisogna assolutamente inserire un nuovo catetere, perché loro non ci sono riusciti … Dove lo trovo un catetere in casa? Chi è in grado di metterlo se non loro? Il giorno seguente visto che perdeva sangue dalle vie urinarie e faceva fatica ad urinare, lamentandosi durante la notte, chiamiamo di nuovo il 118. Lo portano a Garbagnate dove gli viene fatto un lavaggio della vescica e vengono prescritte delle punture di antibiotici per 6 giorni, lo parcheggiano nella sala d’aspetto del PS e mi chiamano per ritirare il pacco. Spendiamo altre 50 Euro per portarcelo a casa, la notte ha un tracollo … trema e non risponde più alle sollecitazioni, quindi di nuovo intorno alle 2.00 chiamo il 118 che lo porta questa volta all’ Ospedale di Rho. Dopo una lunga attesa di circa 5 ore mi dicono che è anemico (emoglobina sotto la soglia), ha la febbre alta causata da una forte infiammazione alle vie urinarie e che necessita di trasfusioni di sangue. Posto in Medicina non c’è, quindi mi avvisano che fino a che non si libera il posto rimarrà al PS. Nel frattempo, gli fanno 2 test Covid risultati Negativi (uno rapido e uno molecolare). 2 gg dopo, la domenica alle 23.30 mi squilla il telefono… è una dott.ssa dell’ospedale di Garbagnate .. mio papà è stato trasferito lì perché dopo aver fatto un altro test è risultato positivo. Ergo, dopo 40 gg di Covid e dopo 5(cinque) tamponi negativi mio papà è di nuovo positivo. Sinceramente questo non mi dispiace, per il semplice fatto che sono stato contattato subito prima dalla dott.ssa dell’ospedale Covid di Garbagnate e successivamente da una infermiera che necessitavano di informazioni relative a mio papà riguardanti il suo iter e la sua storia da paziente ospedaliero in questo ultimo periodo, la modalità di somministrazione del cibo, eventuali allergie e altre informazioni private. Successivamente è stato anche messo in lista per l’operazione alla vescica ed è stato allertato un fisioterapista che mobiliterà mio papà … Tutto assolutamente apprezzato, ma anche tutto assolutamente dovuto ad un essere umano che si può ritenere tale. Un trattamento da 5 stelle perché positivo al Covid, mentre prima rimbalzato da una struttura all’altra perché negativizzato, pur essendo a conoscenza delle gravi situazioni in cui riversava, senza dimenticare le condizioni pessime alle dimissioni da quella struttura di Bollate che non riesco a definire come Ospedale, in quanto molto lontano dall’essere luogo di cura e di supporto alla persona. Mi auguro che nessun altro essere umano possa essere trattato come cittadino di serie B perché è senza i “classici” sintomi da Covid e mi auguro che al più presto capirete che il cancro, le invalidità, le infezioni e l’incuria e la MALASANITA’ uccidono e lasciano il segno quanto e di più del Covid.
Leonardo Contatta l'autore della petizione