Più posti nei Nidi d'Infanzia per i bambini di Arezzo

Alla vice sindaca di Arezzo dottoressa Lucia Tanti

Alla direttrice ufficio scuola di Arezzo dottoressa Anna Lisa Biagini  

Gent.li Vice Sindaca e Direttrice,

scriviamo in merito al Bando per l’ ammissione agli Asili Nido di Arezzo, in particolare alla sezione Piccoli, per manifestare il nostro disappunto ma, soprattutto, sperando che possiate offrire una soluzione concreta, per il fatto che , a seguito della pubblicazione della graduatoria provvisoria del 14 giugno u.s. si è reso noto che anche quest’ anno, quasi due terzi dei bambini,per i quali è stata presentata dalle relative famiglie la domanda di ammissione all’asilo, sono purtroppo rimasti esclusi.

E’ davvero sconcertante  che in una città  come Arezzo, una città che facilmente potrebbe essere a misura di bambino, più di  cento famiglie,per quanto riguarda  il solo anno scolastico 2024/2025 dovranno ricorrere a servizi extra asilo ovvero servizi a pagamento (che non tutte queste famiglie potranno oltretutto permettersi vista la importanza che in termini di punteggio è attribuita all’elemento “ISEE” rispetto ad altri elementi che attribuiscono maggiori o pari punti quali quello, ad esempio, delle “presunte” presenza e disponibilità di nonni idonei all’accudimento). Tali famiglie  finiranno comunque per non usufruire del progetto educativo che solo può offrire un servizio specializzato come quello della scuola d’infanzia .

Come sopra accennato, una nota a parte va fatta poi per il nuovo criterio di classificazione in graduatoria relativo alla situazione dei “nonni”. Riteniamo cioè ancora più penalizzante il fatto che in un società evoluta  come la nostra si debba dare per scontato che i nonni per il solo fatto di essere divenuti tali per scelte fatte dai di loro figli (ovvero di avere dei bimbi a loro volta) debbano dedicarsi a propri nipoti per un monte ore giornaliero pari a quello della durata di una giornata lavorativa .

Il criterio del bando che attribuisce punti in relazione all’assenza di nonni “idonei” (ovvero nonni sopra i 75 anni, disabili, defunti o lavoratori) parte da un assunto e cioè da una sorta di dovere dei nonni di badare ai nipoti,  che non trova la propria ratio in nessun testo e nessuna disposizione normativa e che dunque è dubbiamente legittimo.

Che i i nonni siano un “bene prezioso” si sa, ma non basta la circostanza che siano in pensione e sotto i 75 anni a renderli arruolabili e  degni sostituti di un servizio specializzato nella cura e nell’educazione dei più piccoli quale quello offerto dalla scuola di infanzia. Facciamo poi presente, laddove ve ne sia bisogno che un nonno può anche non volere tenere il proprio nipote a tempo pieno una volta raggiunta l’età della pensione, o che può non essere a ciò idoneo per motivi psichici o fisici (che non ne determinano necessariamente una invalidità), o che possano essere i genitori del bimbo a non volere affidare il proprio figlio ai loro stessi genitori o suoceri perché, al di là dello stereotipo che si vuole affibbiare a queste figure, la realtà SOGGETTIVA può essere diversa e ben lontana da quella che dei scarni criteri oggettivi, quali quelli del bando, vorrebbero invece descrivere come ottimale per poter contare sull’accudimento dei nonni.

Riteniamo quindi eccessivo che la presenza dei nonni possa influenzare l’assegnazione del punteggio, senza considerare l’effettiva disponibilità degli stessi  e soprattuto senza che siano stati inclusi anche criteri che valutino anche la vicinanza della residenza dei nonni a quella della famiglia, senza tralasciare, ancora, il fatto che spesso i nonni possono avere più nipoti o il carico, a loro volta, di genitori anziani di cui prendersi cura e che non necessariamente rientrino nello stesso stato di famiglia.

Per tutte le motivazioni sopra citate e poiché tale criterio genera delle ineguaglianze sostanziali fra le famiglie partecipanti al bando,  riteniamo questo criterio come inidoneo, illegittimo ed suscettibile di rendere impugnabile il bando nelle opportune sedi .

Il fine ultimo di questa lettera aperta è comunque sopratutto quello di poter stimolare riflessioni in merito e  proposte alternative ma allo stesso tempo valide alla ormai risaputa carenza di posti sufficienti per coprire le richieste di ammissione al nido e che possano essere quindi garantiti in tempi ragionevoli e comunque per il venturo anno scolastico 2024/2025, dei posti aggiuntivi per i bimbi di Arezzo così che anche a livello Comunale, si possa contribuire e dare quell’ esempio di Welfare pubblico che è elemento imprescindibile per poter qualificare il livello di progresso e di efficienza di un società del 2024 (che non deve caricare le famiglie di ulteriori obblighi e spese private).  

Cordiali saluti,

dottoressa Gioia Gori

dottoressa Giulia Tanganelli

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