Per il diritto alla conoscenza delle proprie origini
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi
ai Presidenti di Camera e Senato
al Governo
al Parlamento
alla Commissione bicamerale per l'infanzia
alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati
alla Commissione Giustizia del Senato della Repubblica
Egregi
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, Presidente Sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente On. Roberto Fico, Ministri, Senatori e Onorevoli,
migliaia di cittadini italiani, figli adottivi non riconosciuti alla nascita, vivono attualmente in uno stato di attesa, sospesi tra la Sentenza della Corte Costituzionale, la 278/2013 e il vuoto legislativo non ancora colmato dalla modifica dell'art. 28 della legge 184/1983. Nel novembre 2013 la Corte Costituzionale ha sancito l'illegittimità costituzionale dell'art. 28 della legge 184/83 nella parte in cui non prevede le modalità attraverso le quali assicurare ai figli adottivi non riconosciuti alla nascita il diritto di accesso alle informazioni sulle proprie origini. Affinché la madre biologica possa riesprimersi, la Consulta ha, quindi, rinviato al Legislatore di provvedere a determinarne le modalità. Tale rinvio risulta, a tutt'oggi, ancora disatteso. Nel contempo molti dei cittadini non riconosciuti alla nascita stanno presentando ai Tribunali per i minorenni di competenza, le richieste di accesso ai dati identificativi dei propri genitori biologici, ottenendo risposte molto diversificate, tanto da creare un vero e proprio stato di disuguaglianza tra cittadini, peraltro già discriminati rispetto agli altri.
Attualmente, quindi, il nostro Paese non risulta ancora essersi adeguato alla normativa vigente nella maggioranza degli Stati, né alle numerose Direttive Europee e alle Convenzioni Internazionali che affermano la necessità di offrire a ciascun individuo la piena cognizione di se stesso e delle proprie origini, quale imprescindibile diritto della persona umana, né risulta essere in linea con i dettami della succitata Sentenza della Corte Costituzionale n. 278/13.
Per rispondere alle esigenze delle migliaia di cittadini che risultano ancora oggi esclusi per sempre da ogni possibilità di conoscenza delle proprie radici, nonché di informazioni fondamentali circa gli aspetti sanitari che li riguardano e che potrebbero risultare determinanti nella prevenzione e nella cura di eventuali patologie, è nato il Comitato nazionale per il Diritto alla conoscenza delle origini biologiche, che è impegnato da tempo affinché venga ristabilito un criterio di equità nella delicata e complessa questione di questa categoria di cittadini per i quali, ancora oggi, vige il divieto assoluto, previsto dalla Legge 31 dicembre 1996, n. 675 e dalla Legge sull'adozione, n. 184 del 1983.
Tutta l'attività del Comitato è orientata verso la modifica della normativa vigente, con il consenso ed il supporto, anche operativo, di cultori del Diritto, di Magistrati, Bioetici e Studiosi di scienze umane, nonché di autorevoli esponenti della Chiesa Cattolica e del Movimento per la Vita, di alcune Associazioni di famiglie adottive, e di molti Politici. Sono state presentate, a tale riguardo, già nella XVI Legislatura diversi progetti di legge che hanno consentito di iniziare una proficua discussione, nella passata Legislatura ben cinque proposte e precisamente la n. 784 dell'On. Luisa Bossa (PD), la n. 1874 dell'On Michela Marzano (PD), la n. 1901 dell'On. Carlo Sarro (FI), la n. 1983 dell'On. Antimo Cesaro (Scelta Civica), e la n. 2321 dell'On.Vittoria Michela Brambilla (FI) che, redatte in un unico testo, dopo un attento esame in Commissione Giustizia sono state votate, quasi all'unanimità, il 18 giugno 2015 alla Camera dei Deputati. Il nuovo disegno di legge n.1978, trasmesso quindi al Senato è stato sottoposto ad un attentissimo lavoro di Commissione che, purtroppo, la naturale decadenza della Legislatura non ha consentito di sottoporre al voto decisivo. Dal dicembre 2018 è, infine, presente in Commissione Giustizia al Senato l'ultimo disegno di legge, il n.922 a firma dei Senatori Simone Pillon e Francesco Urraro che, da olte due anni, attende ancora di essere calendarizzato per ricominciare il nuovo iter.
Il testo di legge, così come i precedenti, si propone di modificare la legge vigente, per offrire l'opportunità di accesso ai dati anagrafici della madre biologica, attraverso opportune forme di mediazione e rispettando pienamente la privacy. Sarà possibile interpellare la madre biologica per una eventuale cancellazione del segreto, attualmente fissata, nella migliore delle interpretazioni, alla inammissibile età di cento anni.
Siamo certi che non mancherà, in nome del profondo senso di Giustizia, il Vostro illustre impegno per un rapido e agevole progresso dell'esame del menzionato disegno di legge, affinché migliaia di cittadini non siano più turbati dal perpetrarsi di questa iniquità non sanata, costretti a muoversi, il più delle volte, al di fuori della regolamentazione, in situazioni ai limiti della legalità, diventando frequentemente oggetto di talk show, questuando comprensione e pietà su un argomento che dovrebbe essere di esclusiva competenza del Diritto, per la restituzione della piena dignità ed uguaglianza civile.
Il Comitato nazionale per il diritto alla conoscenza delle origini biologiche
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